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I legali di Cisterna: imprecisioni nella ricostruzione di Sferlazza

REGGIO CALABRIA “La nota della Procura della Repubblica di Reggio Calabria relativa alla consegna di copia del decreto di archiviazione emesso contro il dottor Cisterna risente di alcune imprecisio…

Pubblicato il: 05/02/2013 – 21:59
I legali di Cisterna: imprecisioni  nella ricostruzione di Sferlazza

REGGIO CALABRIA “La nota della Procura della Repubblica di Reggio Calabria relativa alla consegna di copia del decreto di archiviazione emesso contro il dottor Cisterna risente di alcune imprecisioni e può disorientare la pubblica opinione, in una vicenda che ha visto fin troppo volte circolare informazioni e ricostruzioni arbitrarie”. In una nota affidata ai suoi legali, Giuseppe Milicia e Giovanni Passalacqua, Alberto Cisterna contesta la ricostruzione del procuratore di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza. La versione dell`ex numero due della Dna ricorda che “la difesa del dottor Cisterna, avendo appreso come al solito dalla stampa, che era stata depositata al gip la richiesta di archiviazione nel suo procedimento, ne ha richiesto per ben due volte (in data 17 settembre 2012 ed in data 19 settembre 2012) il rilascio di una copia per poterla visionare. A queste legittime richieste è stato opposto per due volte un rifiuto”. Il motivo della richiesta era molto semplice: “Si era anche abbondantemente chiarito all’autorità giudiziaria che, una volta letta la richiesta di archiviazione (intanto inviata dalla Procura al Csm), si sarebbero potuti offrire elementi a chiarimento e a sostegno dell’assoluta trasparenza della condotta del dottor Cisterna quando si fosse decisa l’archiviazione del fascicolo”. Le scelte della Procura, però, sono state altre “e il 29 novembre 2012 il decreto di archiviazione è stato depositato ed esso si compone di 83 pagine e, come se non bastasse, rinvia anche alle oltre 500 della richiesta. Insomma 600 pagine circa di un provvedimento che il dottor Cisterna ha ben definito una sentenza in contumacia e che sarà impugnato, per mandato del nostro assistito, come atto abnorme in tutte le sedi”. Non è tutto. Per i legali di Cisterna “la Procura reggina cade in errore quando prende in esame non questa vicenda, del tutto inoppugnabile nella sua ricostruzione sin dal comunicato Ansa del 2 febbraio 2013, ma quella relativa al semplice rilascio di una copia del provvedimento conclusivo del gip, adottato, si ripete, senza che il dottor Cisterna abbia mai potuto leggere la richiesta dell’accusa. E questo la nota Ansa del 1 febbraio 2013 lo dice chiaramente, senza alcuna incertezza o rischio di confusione”.
“Quanto al ritiro di questa copia – continua la nota -, di cui parla il comunicato della Procura, avvenuto il 1 febbraio 2013, è stato il dottor Cisterna a richiedere espressamente ai propri difensori di non ritirare l’atto prima che il Tar di Roma prendesse in esame un suo, decisivo ricorso. E ciò per evitare che la pronuncia del Tar, ancora non depositata, fosse preceduta dalla solita propalazione su qualche giornale di notizie diffamatorie che lo riguardavano”. D`altra parte, non sarebbe stata la prima volta. E infatti Cisterna “ricorda il contenuto degli articoli apparsi su due quotidiani nazionali che lo additavano come “truffatore” pochi giorni prima che la Cassazione esaminasse il suo ricorso contro il trasferimento provvisorio. Sarebbe giunta, dopo una dozzina di fughe di notizie, a partire da quella clamorosa del 17 giugno 2011 – quando il principale quotidiano nazionale diede notizia dell’iscrizione del dottor Cisterna quale indagato in coincidenza con il suo interrogatorio a Roma – di accertare le responsabilità di questi fatti, la cui irruzione, il dottore Sferlazza ne converrà, tra l’altro tempisticamente perfetta, ha pesato in modo improprio e negativo sull’intero procedimento”.

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