Parte un fax dal Corecom. E già questa è una notizia. Il Comitato regionale per le comunicazioni ci fa notare in punta di diritto di aver «accertato» – «a seguito di verifiche effettuate in periodo di par condicio» – che nella nostra edizione on line del 13 febbraio avremmo «pubblicato messaggi elettorali senza la dicitura “messaggio elettorale” e senza l`indicazione del soggetto politico committente, come prescritto» e via con un burocratese che vi risparmiamo. Nel mirino finisce inopinatamente un «Vota Gesualdo Costantino», additato per il fatto di riportare il simbolo del Partito democratico (come dire: si capisce da che parte state…): si tratta, come molti nostri lettori già sapranno, della foto pubblicata a corredo del pezzo che cita Costantino, sindaco di Melito Porto Salvo, in qualità di destinatario di un provvedimento di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta “Ada”, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che lo vede indagato per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. Possibile che un pool di esperti in comunicazione inciampi in una topica tanto smaccata? E poi, quale giovamento in termini elettorali può trarre un partito il cui nome viene ricondotto a un suo esponente che – ferma restando la presunzione d`innocenza – è accostato a una delicata inchiesta giudiziaria? Semmai è un caso di “spot al contrario” (come potrebbe essere una felpa Nike indossata da Pistorius al momento dell`arresto); e da sanzionare ci sarebbe stato, piuttosto, uno “sbianchettamento” del simbolo del Pd. Un`appartenenza scomoda per il Pd stesso, e una “censura” da radiazione dall`Ordine (sì, in Calabria pare che esista…).
I commissari del Corecom, inoltre, avranno sicuramente mandato lo stesso fax ai giornali locali che hanno usato quella immagine di Gesualdo Costantino a corredo dei pezzi sull`operazione dell`altro ieri: giova ribadire che quell`immagine – come persino i non addetti ai lavori possono capire – è essa stessa una notizia.
Non che non si debba controllare – il Corecom viene (lautamente) foraggiato per questo – ma gli uomini di Carnevale (nel senso del direttore del Corecom, l`avvocato Rosario) dimostrano uno zelo che in altre occasioni non abbiamo registrato. Siamo pur sempre la terra di una testata regionale Rai in cui, senza bisogno di ricorrere ai regimi di par condicio (la pari dignità va riconosciuta non già per deontologia o pluralismo ma solo per decreto?), da un paio d`anni la bilancia delle presenze pende sempre più nettamente a destra e – per dirne una, l`ultima – nel Giorno della Memoria, l`edizione delle 14 è stata chiusa con un servizio da apologia del fascismo. Non ci sembra che in quel caso il Corecom se ne sia accorto. Forse perché era domenica.
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