Scoperta la truffa delle “alghe silane”
Integratori alimentari realizzati con alghe nutrite con gli scarti di lavorazione dell’industria casearia della Sila cosentina. Il piccolo paese di Mongrassano avrebbe dovuto essere l`epicentro di qu…

Integratori alimentari realizzati con alghe nutrite con gli scarti di lavorazione dell’industria casearia della Sila cosentina. Il piccolo paese di Mongrassano avrebbe dovuto essere l`epicentro di questa nuova filiera industriale. Il condizionale, purtroppo, è obbligatorio. Infatti, quando i militari della Guardia di finanza sono entrati nello stabilimento, i macchinari e le attrezzature di laboratorio sono risultati inattivi e in molti casi privi di qualsiasi residuo di utilizzo, alcuni ancora imballati o scollegati dalla rete elettrica e idrica. Di alghe, insomma, non v`era traccia, anzi il capannone che documentalmente sarebbe stato la sede di intensi e complessi studi scientifici, nonché di innovativi e tecnologicamente avanzati processi produttivi, è stato trovato parzialmente incompleto e in condizioni di evidente abbandono.
Questa mattina le fiamme gialle del nucleo tributario di Catanzaro sono tornate a Mongrassano, questa volta però con un provvedimento firmato dal gip di Cosenza per apporre i sigilli alla struttura. Il sequestro scaturisce da una complessa attività d’indagine, che si è conclusa con la scoperta e la denuncia della frode ai danni dell’Unione europea e dello Stato, perpetrata, in concorso con altri, dagli amministratori della società “Mediterranea ricerca & sviluppo srl” con sede in Mongrassano, risultata beneficiaria di un contributo pubblico complessivamente pari ad euro 10.328.509,34 (di cui circa 5 milioni già erogati). Due persone sono indagate per truffa aggravata, falso ideologico e falso materiale.
In particolare, a destare i sospetti iniziali è stata la documentazione fatta pervenire dall’impresa alla banca concessionaria, in cui sono stati rinvenuti diversi atti rivelatisi materialmente o ideologicamente falsi, con specifico riguardo, soprattutto, all’effettivo sostenimento di notevoli oneri di spesa (rivelatisi, all’esito delle indagini, in tutto o in parte inesistenti), inerenti il “programma di sviluppo precompetitivo”, teso a studiare le modalità tecnico-scientifiche di realizzazione del progetto finanziato.
Inoltre, è stato constatato che, contrariamente a quanto documentato dalla società, diversi collaboratori della “Mediterranea ricerca & sviluppo srl” (che sulla carta avrebbero dovuto partecipare al programma scientifico oggetto di finanziamento pubblico), non avevano affatto partecipato all’attività di ricerca o avevano svolto mansioni totalmente diverse o, in alcuni casi, vi avevano preso parte in modo assolutamente marginale, percependo compensi di gran lunga inferiori a quelli contabilizzati ai fini della percezione del contributo pubblico.