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Eolico, Adamo contrattacca: «Svelerò pupi e pupari»

«Contro questo torbidume inquietante riuscirò con le carte processuali a individuare i pupi e i pupari». Nicola Adamo ha ricevuto la visita degli agenti che gli hanno notificato il sequestro di beni…

Pubblicato il: 21/02/2013 – 16:05
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Eolico, Adamo contrattacca: «Svelerò pupi e pupari»

«Contro questo torbidume inquietante riuscirò con le carte processuali a individuare i pupi e i pupari». Nicola Adamo ha ricevuto la visita degli agenti che gli hanno notificato il sequestro di beni per l’ipotesi della maxi tangente sull’affare dell’eolico e chiama i giornalisti per dare battaglia. L’accusa che riguarda il consigliere regionale si riferisce all’ipotesi per cui lui avrebbe agevolato alcune società interessate all’installazione di impianti eolici.
Con la voce spesso rotta dall’emozione, prontamente soccorso dall’applauso dei suoi amici, Adamo rievoca le tappe fondamentali di una inchiesta infinita, per la quale chiese e ottenne di farsi interrogare il 14 di agosto del 2009 dal magistrato Eugenio Facciolla. Oggi si consuma una nuova fase, che vede il sequestro preventivo di beni a lui e ad altri (Giancarlo D’Agni, Mario Lo Po, Carmelo Misiti, Roberto Baldetti e Giampiero Rossetti). Così, nel racconto del consigliere regionale, i finanzieri di Reggio Calabria e due agenti della questura di Cosenza, si sono presentati alle otto di mattina di ieri e gli hanno notificato il provvedimento, senza tuttavia chiarire quali beni sarebbero stati sequestrati. I dettagli mancavano nelle carte e non erano noti nemmeno agli agenti, che sono rimasti in attesa di istruzioni per circa quattro ore nell’abitazione di Adamo. Solo più tardi il consigliere regionale ha appreso dalla Banca popolare della Calabria che gli era stato sequestrato il conto, dove erano depositati  poco meno di novecento euro.
«Questa è una bufala, io non ho mai preso una tangente, mentre sono sette anni che sono inseguito da questa indagine che ha avuto come conseguenza quella di influenzare i passaggi politici di questa regione». Adamo si riferisce a quando, da assessore della giunta Loiero, si dimise in conseguenza dell’avvio delle inchiesta. Non vuole parlare di giustizia a orologeria, tuttavia Adamo suggerisce di cogliere qualche tempismo particolare, come questo provvedimento che cade a due giorni dalle elezioni cui è candidata la moglie Enza Bruno Bossio. Il pensiero corre a Why Not ed è proprio Adamo a mettere in risalto le analogie con quella inchiesta. «Lì come qui ci sono voragini nell’inchiesta, imprecisioni gravi nell’ipotesi accusatoria cui mancano riscontri», dice Adamo, mentre accanto a lui il suo avvocato, Ugo Luciano Celestino annuisce. Entrambi assicurano massima fiducia nella magistratura giudicante, qualche perplessità invece è rivolta a quella inquirente. Poi con un gesto che vuole essere chiarificatorio, Adamo ha esibito gli estratti dei suoi conti correnti, dai quali si dovrebbe evincere una assoluta trasparenza e perfino qualche sofferenza. Tuttavia nell’ipotesi di una tangente, quella somma non sarebbe certo transitata presso una banca cosentina lasciando traccia di sé. Lo sforzo finalizzato alla trasparenza del consigliere regionale tuttavia non si ferma qui, avendo annunciato di voler aprire un sito dove mettere online ogni sua fonte di reddito. «Posseggo un appartamento di mia proprietà per il quale pago il mutuo e vivo nella casa di mia moglie e ogni mia fonte di reddito è facilmente verificabile, né ho prestanomi di sorta», ha spiegato Adamo emozionandosi. Circa il suo futuro politico, Adamo non intende fare passi indietro, avvisando che «continuerò a impegnarmi e dopo queste elezioni, da dentro le istituzioni mi impegnerò a smascherare i pupari che stanno dietro questo torbidume». Intanto le elezioni incalzano. Lui ovviamente sa per chi votare: «Al Senato il Pd, perché è il mio partito e alla Camera pure il Pd, perché c’è la sola candidata più brava di me».

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