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Sarà Cafiero de Raho il procuratore di Reggio

Sarà Cafiero De Raho il nuovo capo della Procura della Repubblica di Reggio Calabria; il concerto già anticipato dal ministro di Grazia e Giustizia Paola Severino verrà formalmente recepito questa …

Pubblicato il: 06/03/2013 – 7:06
Sarà Cafiero de Raho il procuratore di Reggio

Sarà Cafiero De Raho il nuovo capo della Procura della Repubblica di Reggio Calabria; il concerto già anticipato dal ministro di Grazia e Giustizia Paola Severino verrà formalmente recepito questa settimana e il Plenum procederà alla nomina nella sua seduta del 14 marzo prossimo. Rassicurazioni in tal senso sarebbero state offerte al Quirinale dopo che il Presidente della Repubblica, con una formale lettera al vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, Michele Vietti, aveva rimproverato apertamente i ritardi con i quali si sta procedendo alla copertura dei vertici di uffici giudiziari particolarmente importanti e delicati.
In quella circostanza la “strigliata” di Giorgio Napolitano era stata letta con aperto riferimento a due poltrone “scottanti”, quella di capo della Dda di Reggio Calabria e quella di procuratore generale a Palermo. Replicò il presidente della Quinta commissione del Csm che garantiva la trattazione al plenum di entrambe le pratiche già nella seduta del sei febbraio. Fu una promessa mantenuta solo in parte perché in quella data il Csm provvide a nominare il nuovo pg di Palermo, scelto nella persona di Roberto Scarpinato, ma non fece altrettanto con riferimento al nuovo procuratore di Reggio Calabria.
Anzi, in quella settimana apparvero nuove “indiscrezioni” tendenti ad accreditare un ritiro della domanda da parte di Cafiero De Raho, interessato a spostare le sue attenzioni verso altre Procure distrettuali come Bari e Salerno. Notizie dimostratesi non veritiere e, anzi, messe in giro artatamente, posto che sia Bari che Salerno non sono al momento neanche oggetto di interpello. In ogni caso fu lo stesso De Raho a far sapere che non solo non avrebbe ritirato la sua domanda ma che, al contrario, era già con le valigie in mano, pronto ad assumere il gravoso incarico di dirigere la Procura distrettuale reggina.
E’ il caso di ricordare che in sede di voto in Commissione, De Raho ebbe tre voti, mentre gli altri pretendenti (Nicola Gratteri, Michele Prestipino e Paolo Giordano) ne rimediarono uno a testa, quanto basta per andare al plenum ma poco per avere solide speranze di ribaltare la posizione di Cafiero De Raho. In proposito va detto che per De Raho, fatto certamente non usuale, in Commissione hanno votato i rappresentanti di tre delle quattro componenti dell’Associazione nazionale magistrati (magistratura Democratica, Movimenti e Unicost). I laici si divisero tra Gratteri e Prestipino mentre la quarta componente togata, Magistratura indipendente, votò per Paolo Giordano che di tale componente è un autorevole rappresentante in Sicilia.
Un voto di testimonianza, quello di Magistratura indipendente che adesso è stato messo a disposizione del procuratore aggiunto della Dda di Napoli. Fatto, questo, che , se confermato, farà avere a De Raho, in sede di Plenum non solo una larghissima maggioranza ma anche l’unanimità dei voti a disposizione della componente togata dell’organo di autogoverno della magistratura.
Ciò detto, restano aperti tutti gli interrogativi che hanno accompagnato questa lunga e difficile gestazione. La Dda di Reggio Calabria è scoperta ormai da un anno, eppure si era sempre sostenuto, e purtroppo a ragione, che la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria aveva un ruolo di estrema importanza nell’ambito del contrasto giudiziario alla ‘ndrangheta. Si è ripetuto per mesi che la mafia calabrese è l’organizzazione planetaria più pericolosa e ramificata, le stesse indagini di questi giorni non fano che confermare tale assunto. Eppure nonostante ciò il Csm ha ritardato oltre ogni limite la sua decisione, avvalorando così la tesi di uno scontro furibondo attorno alla scelta del nuovo procuratore. Uno scontro che traspare anche tra le righe della lettera che il presidente Napolitano ebbe a scrivere nel gennaio scorso, laddove ha fatto aperto riferimento a scontri tra correnti e ingerenze della politica che paralizzano le scelte del Csm.

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