Convalidato il fermo del boss Mancuso
VIBO VALENTIA Il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, ha convalidato il fermo emesso nei giorni scorsi dalla Dda di Catanzaro nei confronti di Pantaleone Mancuso, 62 anni, di Nicoter…

VIBO VALENTIA Il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, ha convalidato il fermo emesso nei giorni scorsi dalla Dda di Catanzaro nei confronti di Pantaleone Mancuso, 62 anni, di Nicotera Marina, detto “Scarpuni”, personaggio di spicco dell`omonimo clan di Limbadi, in provincia di Vibo. Il giudice si è però dichiarata funzionalmente incompetente in quanto i reati contestati a Mancuso sono aggravati dalle modalità mafiose e ha perciò disposto la trasmissione degli atti al competente gip distrettuale di Catanzaro.
Mancuso – fermato a Nicotera – è uno dei protagonisti della faida di `ndrangheta che ha visto contrapposte le fazioni “Patania” e “Petrolo-Bartolotta” di Stefanaconi, fedeli alla storica famiglia Mancuso, e la “Società di Piscopio” dell`omonima frazione di Vibo Valentia. In particolare “Scarpuni” è ritenuto tra i responsabili del tentato omicidio e poi dell`assassinio di Francesco Scrugli il 21 marzo 2012. La vittima, infatti, era uomo di fiducia di Andrea Mantella, figura emergente su Vibo Valentia, in contrasto con la famiglia Lo Bianco e, quindi, con la cosca Mancuso. Scrugli aveva, inoltre, forti legami con il gruppo dei “Piscopisani”, tanto da essere fortemente indiziato dell’omicidio di Fortunato Patania. Secondo l`ipotesi degli inquirenti, «una sua eliminazione avrebbe soddisfatto gli interessi tanto dei Patania quanto dei Mancuso: per i primi sarebbe stata la vendetta per l’uccisione del padre Fortunato, per i secondi avrebbe, invece, determinato la scomparsa di un avversario scomodo, consentendo al clan di estendere nuovamente il proprio dominio sulla città di Vibo Valentia, attesa anche l’attuale detenzione dell’altro loro grande avversario, Andrea Mantella». Una ricostruzione che ha trovato riscontri anche nelle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Infatti, secondo i racconti dei pentiti, sarebbe stato lo stesso esponente del clan Mancuso a fornire le armi per gli agguati. Utili si sono rivelate soprattutto le dichiarazioni fatte agli inquirenti dagli esecutori materiali dello stesso omicidio di Francesco Scrugli e di Giuseppe Matina e Davide Fortuna, gli slavi Vasvi Beluli e Arben Ibrahimi, che sarebbero stati al soldo dei Patania.
«Il fermo di Pantaleone Mancuso dimostra che nessuno è invincibile e che il lavoro investigativo, quello serio, produce sempre risultati». Lo hanno detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ed il procuratore aggiunto, Giuseppe Borrelli commentando il provvedimento di fermo notificato a Mancuso. Un altro provvedimento di fermo, emesso dalla Dda di Catanzaro nell`ambito della stessa inchiesta in relazione all`omicidio di Francesco Scrugli, non è stato eseguito perché il destinatario, Nunzio Manuel Callà, di 26 anni, risulta da tempo irreperibile.