Clan crotonesi e politica: Bruni chiede 52 anni di carcere
CROTONE Ai Vrenna il controllo della Provincia di Crotone interessava molto. Al punto da sostenere la candidatura del presidente in carica, Stano Zurlo, in occasione delle elezioni del 2009. Il sosti…

CROTONE Ai Vrenna il controllo della Provincia di Crotone interessava molto. Al punto da sostenere la candidatura del presidente in carica, Stano Zurlo, in occasione delle elezioni del 2009. Il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Pierpaolo Bruni non ha alcun dubbio sul decisivo ruolo avuto dal clan e sulla sponda offerta da uno che nell`ente intermedio pitagorico aveva un ruolo ufficiale: l`ex assessore provinciale Gianluca Marino. Al termine di una requisitoria lampo (meno di un`ora), il magistrato ha chiesto ieri la condanna a 52 anni di reclusione per i sei imputati del processo “Hydra”. Quattro anni la richiesta per lo stesso Marino, Michele Cava e Giovambattista Morabito. L`indagine che ha portato al dibattimento – oltre al reato di voto di scambio – ipotizza anche l`esistenza di un cartello del narcotraffico, retto dalle `ndrine Vrenna e Ciampà. In quest`ottica vanno lette le richieste di condanna che Bruni ha avanzato nei confronti di Mario Bruni (16 anni di reclusione), Luigi spagnolo (14 anni) e Damiano Bevilacqua (10 anni).
Ma al clan crotonese faceva gola soprattutto la politica. Secondo la ricostruzione del pubblico ministero, Cava e Morabito (imputati per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al voto di scambio) avrebbero consentito alla cosca di «entrare nella Provincia», come ha riferito lo stesso Bruni durante la requisitoria. Cava e Morabito avrebbero svolto il ruolo di intermediari tra il clan e Marino. L`ex assessore provinciale avrebbe beneficiato dei voti di Antonio Vrenna e Gaetano Ciampà sia come candidato al primo turno, sia come sostenitore di Zurlo durante il ballottaggio. Lo dimostrerebbe un assegno da 3mila euro finito nella disponibilità dei Vrenna. La prova – secondo Bruni – dell`effettivo voto di scambio. Lo stesso Marino, durante l`udienza dello scorso 31 gennaio, aveva riferito che «Zurlo sapeva che Vrenna faceva campagna elettorale per lui e aveva preso i soldi». Di sicuro, la cosca tifava per l`attuale presidente della Provincia, come accertato da una intercettazione tra Vrenna e Morabito, nella quale il boss esulta dopo la vittoria elettorale del centrodestra: «Abbiamo vinto, fraté».
La Provincia di Crotone si era costituita tra le parti civili del processo, nominando un avvocato di fiducia. Ma ieri, in aula, non era presente nessun rappresentante dell`ente. A differenza del Comune, che tramite il suo legale ha chiesto un risarcimento di un milione di euro. (0040)