SIBARI I parlamentari del Movimento 5 Stelle Francesco Molinari e Sebastiano Barbanti sono intervenuti sulla vicenda del parco archeologico di Sibari. «In questo momento stanno venendo da fuori regione – afferma il senatore Molinari – per incitarci ad individuare i responsabili di questo scempio. Le dichiarazioni del vicepresidente della Fai, Magnifico, sono inquietanti per i cittadini calabresi che hanno giustamente il diritto di sapere perché tutto questo sia accaduto. Vengono da fuori a cercare i responsabili e dalle nostre parti invece assistiamo a un silenzio assordante da parte dei responsabili di questo scempio e della politica, la vicenda sembra essere caduta nella reticenza più assoluta. È come se tutto fosse accaduto per mala sorte, come una “disgrazia” così come affermava dopo qualche tempo dal disastro il sindaco di Cassano Papasso di cui pure rispettiamo l`impegno a tenere alta l`attenzione sulla vicenda». «Del resto non è indolore per lo Stato quanto accaduto – sostiene, da parte sua, Barbanti – perché, stando alle stime che lo stesso vicepresidente del Fai Magnifico ha effettuato, oggi per le bonifiche del sito siamo passati dai 4 milioni di euro necessari per la manutenzione ai 20 milioni di euro che servono per il ripristino, soldi che peseranno sulle tasche dei cittadini italiani e che lo Stato dovrà sborsare se vuole sanare la situazione». «Non si può bonificare – dicono ancora i due parlamentari – il sito di Sibari senza bonificare la vicenda, rimanendo nella più totale impunità. Crediamo sia giunta l`ora di dire basta e di far venire fuori le ammissioni di responsabilità: da tali dichiarazioni si deve ripartire per mettere ordine nella vicenda. Il nostro impegno non lo faremo mancare, siamo pronti, da Roma, a lavorare in Parlamento su idee provenienti da qualsiasi direzione, se le idee saranno buone e i propositi risolutivi per liberare millenni di storia dal fango. Ci spenderemo con tutte le energie per fare in modo che gli strumenti istituzionali a nostra disposizione siano di supporto a questa giusta causa: crediamo che una regione come la Calabria possa e debba puntare sul turismo come volano per il suo rilancio economico e che una terra come la nostra, ricca di bellezze naturali meravigliose, non meriti un tale trattamento». (0050).
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