COSENZA E’ considerato uno degli elementi di vertice della mala cosentina, un uomo con un ruolo decisivo nella promozione, costituzione, e partecipazione ad un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Parliamo di Mario Piromallo detto Renato, per la Dda di Catanzaro che ha coordinato l’operazione nome in codice “Recovery” sarebbe dirigente, promotore, organizzatore e finanziatore dell’associazione, in diretta sinergia e collaborazione con Francesco Patitucci. Insieme al boss «concorda le principali strategie da attuare nella realizzazione dello specifico programma criminoso di narcotraffico».
Oggi, la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l’ordinanza a carico dell’indagato, difeso dall’avvocato Luca Acciardi. Si tratta di un colpo di scena, considerata il curriculum criminale e il pregresso dell’indagato. Nel processo scaturito dall’inchiesta “Reset”, celebrato con il rito abbreviato, il pm Vito Valerio nel tratteggiare la figura di Piromallo ha parlato di «un soggetto che non trascura l’esercizio di condotte violente per esprimere la forza di intimidazione tipica sul territorio, ma tende ad essere un profilo più alto, quindi un profilo più attento all’investimento di risorse finanziarie con attività di prestito, attività di intestazione fittizia, attività di intromissione in settori più ampi dell’economia, quale quello dei giochi e delle scommesse». Insomma, non un gregario qualsiasi, ma uno degli uomini di vertice del clan. (f.b.)
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