CATANZARO Un detenuto di origine campana, sottoposto a regime di alta sicurezza, si è ucciso nel carcere di Catanzaro. A darne notizia è il sindacato Sappe. L`uomo, di 55 anni, si è tolto la vita impiccandosi nella sua cella. «Un altro morto nelle affollate carceri italiane – affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Damiano Bellucci, segretario nazionale – le cui notizie somigliano sempre di più a un bollettino di guerra. Nel corso del 2012 – proseguono – i suicidi sono stati 56, i gesti di autolesionismo 7.317, i decessi per cause naturali 97, i ferimenti 1.023, le colluttazioni 4.651, i tentativi di suicidio 1.308. Un dato, quest`ultimo, che mette bene in evidenza come la polizia penitenziaria, nonostante le gravi carenze organiche, considerato che mancano oltre settmila unità a livello nazionale, riesca, comunque, a salvare la vita a tantissime persone. Negli ultimi 20 anni sono stati circa 17mila i detenuti salvati dalla polizia penitenziaria». «In Calabria, sempre nel 2012, i suicidi – sostengono ancora Durante e Bellucci – sono stati tre, i tentativi 36, gli atti di autolesionismo 167, i decessi per cause naturali 3, i ferimenti 18, le colluttazioni 81. A Catanzaro ci sono stati 2 suicidi e 5 tentativi di suicidio. Attualmente a Catanzaro sono ristretti 588 detenuti, per una capienza inferiore ai 400 posti. C`é un nuovo padiglione terminato che non può essere aperto per mancanza di personale di polizia penitenziaria, alcune sezioni sono chiuse. Quello di Catanzaro – concludono i due dirigenti del Sappe – è un carcere particolarmente complesso poiché ospita varie tipologie di detenuti, molti dei quali sottoposti al regime di alta sicurezza, tra i quali tanti terroristi». (0090)
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