Martedi su Il Sole 24 ore-Sanità con richiamo in prima pagina sarà pubblicato un articolo sulla questione della nomina dei commissari ad acta per i piani di rientro in sanità. In particolare, la tesi del professore Ettore Jorio, discussa insieme a margine di una lezione del master in management sanitario tenuto all’Unical, evidenzia che l’applicazione del decreto legislativo 174/2012 e del decreto legislativo 149/2011 impone la sostituzione del governatore nella qualità di commissario ad acta, nel caso di regioni che abbiano applicato per 2 esercizi finanziari consecutivi l’aliquota addizionale irpef massima e nel contempo non abbiano adempiuto agli obblighi temporali del piano di rientro e i cui inadempimenti vengano riscontrati in sede di verifica annuale dagli organismi ministeriali.
Il problema si pone per alcune regioni italiane e anche per Calabria e riguarda sia la dimensione sanzionatoria nei confronti dei presidenti di regione, nella qualità di commissari resisi inadempienti, che la tutela degli sforzi fiscali dei contribuenti che hanno diritto a vedere utilizzato il prelievo fiscale addizionale in modo risolutivo e non cronico. Peraltro, la nomina di un commissario terzo rispetto alla politica giova alle amministrazioni regionali che si possono concentrare sulle tante questioni amministrative di competenza, sgravandole da compiti gestionali e di rientro. Allo stesso modo l’intervento del livello nazionale tramite un commissario, a tutela dell’esigibilità dei livelli essenziali di assistenza, dovrebbe garantire anche emarginare la presenza dei partiti nella gestione dei diritti sociali e contribuire alla terzietà delle scelte, favorendo il recupero di situazioni compromesse sul piano finanziario ed organizzativo.
La realtà come è chiaro è purtroppo molto diversa dai proclami che favoleggiano di riduzioni dei tributi regionali che allo stato neppure si intravedono all’orizzonte. (0030)
* Consigliere regionale Pd
x
x