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Ricucci abbraccia la sua Cetraro

CETRARO È tornato a Cetraro, suo paese natale sulla costa tirrenica cosentina, Amedeo Ricucci, l`inviato della Rai a capo del gruppo di giornalisti italiani fermati in Siria e poi liberati. Stasera…

Pubblicato il: 20/04/2013 – 19:06
Ricucci abbraccia la sua Cetraro

CETRARO È tornato a Cetraro, suo paese natale sulla costa tirrenica cosentina, Amedeo Ricucci, l`inviato della Rai a capo del gruppo di giornalisti italiani fermati in Siria e poi liberati. Stasera il giornalista parteciperà a una seduta aperta e straordinaria del consiglio comunale convocata dal sindaco Giuseppe Aieta. «Sono molto orgoglioso di essere di Cetraro – ha poi detto Ricucci –. Voglio ringraziare il sindaco Giuseppe Aieta per l`affetto e la partecipazione che è stata grandissima. Mi sento un cittadino di questa terra. Sono nato qui e ci ritorno con piacere». «Fin dal primo giorno – ha detto Ricucci – abbiamo guardato negli occhi i nostri sequestratori cercando di fargli capire che facevamo il nostro mestiere ed eravamo lì per raccontare al mondo la tragedia siriana che ha già fatto tanti morti. Per cui non c`era nulla da temere da noi. È ovvio poi che un fermo che si prolunga in condizioni di fatto in privazione della libertà ti lascia dentro, ti lascia angoscia. Poteva accadere qualsiasi cosa. Di giorno c`erano i raid aerei nella zona in cui eravamo prigionieri e questo avrebbe complicato la nostra situazione. Ma siamo andati avanti fiduciosi portando avanti le nostre ragioni. Il gruppo dei nostri sequestratori è un gruppo di duri e puri. Bisognava mantenere un profilo alto e continuare a ribadire la posizione. C`è andata bene. Mercoledì l`istruttoria si era chiusa con la liberazione. Le ore sono diventate giorni con un`altalena di speranza. Poi sabato ci sono stati restituiti gli zaini. Le nostre preoccupazioni erano di creare apprensione nei familiari, colleghi e amici. Non sapevamo cosa sarebbe accaduto. Devo ringraziare la Farnesina per la grande competenza e professionalità dimostrata». «Per adesso – ha concluso Ricucci – non ci sono le condizioni per ritornare in Siria. La situazione è peggiorata. Comunque l`appuntamento è solo rinviato. Io credo che le condizioni per fare l`inviato di guerra sono cambiate molto. La sicurezza è una questione da affrontare. I belligeranti sono in grado di produrre notizie autonomamente e noi giornalisti siamo sempre meno importanti». (0050)

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