SPARI A PALAZZO CHIGI | Caccia a eventuali complici
Agli inquirenti manca ancora qualcosa prima di poter essere sicuri che Luigi Preiti abbia agito da solo. Proprio per valutare la possibile presenza di complici, i tabulati relativi al traffico telefo…

Agli inquirenti manca ancora qualcosa prima di poter essere sicuri che Luigi Preiti abbia agito da solo. Proprio per valutare la possibile presenza di complici, i tabulati relativi al traffico telefonico del cellulare di Luigi Preiti sono stati acquisiti dai magistrati romani che si occupano della sparatoria avvenuta ieri davanti a Palazzo Chigi. La Procura sta vagliando inoltre i filmati delle telecamere di sicurezza lungo il percorso tra l`albergo vicino alla stazione Termini, dove Luigi Preiti ha pernottato tra sabato e domenica, e Largo Chigi.
È un vero e proprio screening a 360 gradi quello deciso da investigatori e inquirenti per ricostruire la personalità di Preiti: per questo motivo sono stati disposti accertamenti anche a Predosa (il paese in provincia di Alessandria dove Preiti era emigrato alla fine degli anni `90) e a Rosarno. Si tratta di un`attività finalizzata non solo alla ricerca di riscontri sulla versione fornita ieri dall`attentatore, ma anche all`acquisizione di qualsiasi informazione utile sull`uomo. Si è in attesa anche di sapere dalla banca dati centrale se l`uomo, che ieri è stato sottoposto anche allo stub, abbia dei carichi pendenti a livello nazionale. Tra il materiale che Preiti aveva con sé al momento della sparatoria sono state rinvenute anche due punte da trapano. Gli oggetti sono stati trovati dagli investigatori in un borsa beige. Secondo quanto si apprende, nell`interrogatorio di ieri, Preiti non avrebbe fornito agli inquirenti una spiegazione del perché aveva con sé quelle punte.
Intanto Preiti viene costantemente monitorato all`interno della cella in cui si trova nel carcere di Rebibbia. Secondo quanto è trapelato, l`uomo ha ripetuto più volte agli agenti penitenziari che «Non potevo più mantenere mio figlio, ero disperato». Preiti, che viene descritto come spaurito, con lo sguardo perso nel vuoto, alterna questi sfoghi a lunghi silenzi. Oggi ha potuto incontrare il suo avvocato, Mauro Denielli. «È molto depresso, piange, è pentito. Gli agenti penitenziari lo sorvegliano a vista. Mi ha chiesto delle condizioni dei carabinieri feriti», ha riferito il penalista. Nel corso del colloquio con il suo difensore Preiti ha pianto alternando «momenti di lucidità a disperazione».
La sua prima richiesta sarebbe stata quella di poter incontrare il figlio. Il difensore all`uscita dal carcere ha annunciato che chiederà al più presto al giudice un permesso per il figlio di 11 anni che risiede in Piemonte con la madre. Preiti ha chiesto al suo difensore di poter avere degli occhiali per leggere. «Quando mi hanno sbattuto a terra si sono rotti. Sarebbe per me utile averli – ha detto al penalista – perché ho voglia di leggere».
Dalla Procura di Roma fanno sapere che non sarà richiesta la perizia psichiatrica per Luigi Preiti. Il procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani e il sostituto Antonella Nespola sono convinti che Preiti abbia agito nel pieno delle sue capacità ma che la sua azione rientri nel comportamento di «un esibizionista». I magistrati depositeranno oggi la richiesta di convalida del fermo per Preiti in cui si contestano i reati di tentato omicidio, porto e detenzione illegale e uso d`arma e munizioni ma non è escluso che possano essere contestate anche alcune aggravanti tra cui quella di aver commesso il fatto contro un pubblico ufficiale o una persona incaricata di pubblico servizio. L`interrogatorio di garanzia potrebbe essere svolto già nella giornata di domani.
Per la sorella Girolama Preiti «Luigi è sicuramente una persona disperata, ma questo non può giustificare assolutamente quello che ha fatto. Sono convinta, però, che anche la politica ha le sue colpe e dovrebbe riflettere su quanto è accaduto». «Voglio sottolineare, comunque che mio fratello è una persona perbene. Lo dimostra il fatto che è un gran lavoratore e tutti gli vogliono bene. È stato terribile vederlo in televisione bloccato a terra dopo ciò che aveva fatto». «Siamo tutti distrutti per quanto è accaduto – ha detto ancora la donna – E lo sono, in particolare, i nostri genitori, chiusi in un dolore cupo e silenzioso». L`ex moglie Ivana Dan davanti alle telecamere di “Pomeriggio 5” ha detto: «Vorrei portare mio figlio da suo padre, affinché possano parlarsi, ma non posso sostenere questo genere di spese, faccio l`operaia, non mi vergogno a dirlo perché lavoro». Sullo stato psicologico dell`ex marito la donna ha aggiunto: «Lo sentivo due volte l`anno, parlava direttamente con nostro figlio, noi ci sentivamo solo per questioni riguardanti il bambino. Per questo non potevo rendermi contro del suo stato emotivo. Sapevo che era dispiaciuto perché non poteva mantenere suo figlio. Sì, io potevo essere arrabbiata perché lavoro solo io e sapevo del suo problema con gioco, motivo per il quale ci siamo separati, ma niente di più». (0080)