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A Cosenza comandavano le coop

COSENZA Al Comune di Cosenza si erogavano importi ingenti senza verifica alcuna. Senza nessun controllo, gli uffici di Palazzo dei Bruzi elargivano fondi a profusione alle cooperative sociali, quando…

Pubblicato il: 27/05/2013 – 12:17
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A Cosenza comandavano le coop

COSENZA Al Comune di Cosenza si erogavano importi ingenti senza verifica alcuna. Senza nessun controllo, gli uffici di Palazzo dei Bruzi elargivano fondi a profusione alle cooperative sociali, quando invece avrebbero potuto attivare le procedure di risoluzione dei contratti nei confronti delle società inadempienti. Andava avanti così, da anni. Nonostante le lamentele dei cittadini, che segnalavano la mancata esecuzione dei servizi. Strade sporche e verde pubblico abbandonato da un lato, milioni dall`altro. Un teorema che non funziona, specie se vi si aggiunge il corollario di intimidazioni, la contiguità con la malavita cosentina e i mancati controlli da parte del Comune. Per paura o connivenza, si è lasciato che tutto questo accadesse. Per questo, sono stati arrestati i presidenti di tre coop. Si tratta di Maurizio Rango (classe `67), Ivan Trinni (`74) e Domenico Plateroti (`59), che si trova ai domiciliari.
Le indagini sono partite dopo una serie di segnalazioni arrivate in Procura. Gli agenti della Digos si sono messi in moto per verificare la correttezza degli atti che hanno determinato l`assegnazione e l`erogazione di fondi da parte del Comune di Cosenza alle cooperative sociali di tipo “B”. Un mare magnum di sovvenzioni (le società costano circa 5 milioni di euro all`anno) non sempre erogate prestando attenzione alle procedure. Secondo l`accusa, che si è avvalsa di alcune perizie per vagliare i documenti acquisiti nel corso dei mesi negli uffici di Palazzo dei Bruzi, sarebbe emersa una «assoluta carenza e superficialità nei controlli che avrebbero dovuto essere svolti dal Comune di Cosenza circa la puntuale esecuzione dei servizi affidati alle cooperative». È la traduzione in atti giudiziari di una sensazione: quella che i servizi resi dalle coop non fossero proprio di altissimo livello.
Ma è solo la prima fase di un racconto approfondito nei faldoni di un`inchiesta che avrebbe accertato «l`esistenza di rapporti di natura corruttiva, di vera e propria cointeressenza e, talora, di soggezione tra taluni gestori delle cooperative» e chi avrebbe dovuto svolgere i controlli e le verifiche indispensabili prima di liquidare le spettanze alle cooperative. Si profilano, dunque, altre ipotesi di reato a carico dei “controllori”: omesso controllo e falso ideologico. L`inchiesta, dunque, potrebbe allargarsi.
E già si intravede un altro filone, legato alle estorsioni nei confronti dei funzionari pubblici ai quali spettava l`adozione «dei provvedimenti amministrativi in questione». Le estorsioni si mettevano in atto «attraverso la reiterata occupazione degli uffici comunali» e le intimidazioni che avevano lo scopo di “convincere” i funzionari ad adottare i contratti per l`affidamento dei servizi alle cooperative B, anche in assenza dei documenti previsti dalla normativa. Questi affidamenti, in particolare, sarebbero stati «bisognevoli di procedure di evidenza pubblica», visto che riguardano una cifra di 2,5 milioni di euro.
Il contesto delle indagini mostra la «radicata egemonia su gran parte delle coop esercitata da soggetti tuttora attivi nel panorama  criminale cosentino, capaci di incutere soggezione in funzionari pubblici e amministratori comunali». Anche l`assessore comunale delegato al settore delle cooperative sociali, Carmine Vizza, viene sfiorato dall`inchiesta. Per gli inquirenti, «pur avendo subito reiterate e gravi minacce, indiscutibilmente documentate, ha escluso dinanzi ai pubblici ministeri di averle percepite come tali». (0020)

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