IN EDICOLA | Poseidone, le origini dell`emergenza rifiuti
«Gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non sono idonei a sostenere l`accusa». È la formula con cui la Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto al gip di archiviare il procedimento…

«Gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non sono idonei a sostenere l`accusa». È la formula con cui la Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto al gip di archiviare il procedimento 2008/09. Nei mille rivoli dell`indagine Poseidone si celava un`inchiesta che ricostruiva la genesi del disastro nella gestione dei rifiuti. Solo nel maggio del 2009, quando quelle migliaia di carte arrivano sulla scrivania del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, si è proceduto «allo stralcio delle posizioni concernenti la realizzazione dei sistemi di smaltimento e di raccolta rifiuti denominati “Calabria Sud” e “Calabria Nord”». Dentro ci confluiscono documenti che risalgono al 2005, ma rimasti, fino a quel momento, senza sbocchi concreti. Ci sono gli atti redatti dal Ros di Roma su Giovambattista Papello che dal 1997 ha rivestito l`incarico di responsabile unico del procedimento e dirigente generale per l`Ufficio del commissario straordinario per l`emergenza nel settore Rsu in Calabria. Gli inquirenti capitolini si concentrano sulla doppia veste dell`ingegnere: da una parte privato professionista che ha rapporti di consulenza con diverse aziende, dall`altro funzionario pubblico. In particolare Papello avrebbe «collaborato con la Tec, società con la quale, in qualità di funzionario dell`ufficio del commissario, ha rapporti di committenza e sovraordinazione». In un provvedimento di proroga delle intercettazioni il gip del Tribunale di Roma è ancora più esplicito: «Il Papello pretende somme (dalla società Tec spa e da altre imprese in via di identificazione) in cambio della concessione di appalti che egli procura o si impegna a procurare grazie alle sue cariche ed alle “entrature”, mascherando i pagamenti con parcelle per prestazioni professionali inesistenti». A conclusioni pressoché identiche arrivano anche i pm catanzaresi Luigi De Magistris e Isabella De Angelis che in un decreto di perquisizione del 2005 ipotizzano «dazioni di denaro (attraverso bonifici) in favore degli indagati». Dal quadro tracciato emergerebbe «la cointeressenza di interessi in evidente e palese conflitto di interessi, dalla indubbia valenza criminale». Agli atti dell`indagine finiscono poi le perizie dei consulenti della Procura e dettagliate informative di guardia di finanza e Noe dei carabinieri. Solo nel 2009, però, questa parte del maxi fascicolo Poseidone verrà organizzata in un`indagine autonoma che si concluderà quattro anni dopo con una richiesta di archiviazione su cui si attende la decisione del gip.
Il servizio completo (“Le origini dell`emergenza”), firmato da Gaetano Mazzuca, è sul numero del Corriere della Calabria in edicola fino al 13 giugno.