Omicidio in piazza a Stalettì Ucciso un trentasettenne
STALETTÌ Nei bar c`era ancora qualche cliente. Lo struscio della prima serata estiva non si era ancora esaurito, ma i killer hanno deciso di agire lo stesso, lasciando sul selciato Ciro Scognamiglio…

STALETTÌ Nei bar c`era ancora qualche cliente. Lo struscio della prima serata estiva non si era ancora esaurito, ma i killer hanno deciso di agire lo stesso, lasciando sul selciato Ciro Scognamiglio, 37 anni. Ucciso a pochi passi dalla piazza centrale di Stalettì, poco prima dell`una, con un solo colpo d`arma da fuoco, probabilmente una pistola semiautomatica. La vittima sarebbe stata attirata dal sicario fuori dal bar con una telefonata e freddato con un unico colpo alla testa. I bossoli trovati per le stradine del paese, però, sono tre. Segno che, probabilmente, il killer ha sparato durante l`allontanamento dal luogo del delitto, forse per difendersi, forse per coprire la propria fuga. Particolari che dovranno essere chiariti dalle indagini dei carabinieri, che si affidano anche al materiale video ripreso da alcune telecamere di sorveglianza.
Scognamiglio, che non aveva un lavoro stabile, stava aprendo un locale notturno a Montepaone che avrebbe dovuto inaugurare proprio stasera. Gli inquirenti in queste ore stanno ricostruendo amicizie, frequentazioni e rapporti della vittima. Si cerca di capire se l`agguato di questa notte possa essere ricollegato agli ultimi fatti di sangue avvenuti nella zona. Scognamiglio è, infatti, la quarta vittima in cinque mesi. Il 19 febbraio una raffica di kalashinikov spezzò le vite di Giuseppe Bruno, 39 anni, e la moglie, Caterina Raimondi, 29 a Vallefiorita. Due giorni dopo a Montauro cadeva sotto i colpi dei sicari Francesco Chiodo, 44 anni. Bruno, secondo l`ipotesi della Dda, avrebbe preso il posto del fratello Giovanni, ucciso l`anno scorso, alla guida del clan egemone a Vallefiorita. Chiodo, invece, era stato coinvolto nell`indagine “Show down” che aveva ricostruito le dinamiche alla base della sanguinosa faida che aveva visto contrapposti i Sia-Procopio-Tripodi (che rappresentavano il nuovo “locale” di Soverato) alla cosca storica di Guardavalle, i Gallace. (0020)