LOCRI «In questi ultimi tempi, come in un bollettino di guerra, veniamo informati di ripetuti casi di violenza sulle donne: alcuni episodi sono stati crudeli e raccapriccianti. Sono notizie che ci fanno costatare quanto la nostra società si vada sempre più allontanando dai valori cristiani». Lo scrive il vescovo di Locri, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, in una nota pastorale sulla violenza alle donne. «Purtroppo questa violenza – aggiunge – è il frutto della concezione della donna-oggetto, tipica di una cultura troppo eroticizzata, e anche di una mentalità arcaica, presente pure sul nostro territorio. È a tutti noto che sul nostro territorio, all`interno delle nostre famiglie e delle mura domestiche, esiste la violenza sulle donne, alcune volte da loro sopportata eroicamente, ma il più delle volte subita tragicamente, perché manca il coraggio della denuncia». «E allora – prosegue monsignor Morosini – vi propongo alcune considerazioni, che vanno contro una certa cultura ormai radicata in mezzo a noi, nei confronti della quale bisogna reagire con tutte le forze. L`uomo non è il padrone della donna, sia essa la moglie, la figlia, la sorella o la fidanzata. Non ho aggiunto la mamma, ma esistono anche casi di figli che alzano le mani contro i loro genitori. Le donne vanno amate e rispettate. Va superata la mentalità, tipica della civiltà agricola e delle famiglie patriarcali, che la donna si realizza solo nel matrimonio e nel lavoro casalingo. I rapporti tra l`uomo e la donna nel matrimonio sono alla pari. L`uomo non può pretendere di chiedere fedeltà alla propria moglie e lui concedersi le libertà che vuole. Picchiare una donna è una violenza riprovevole, perché è un`azione del più forte nei confronti del più debole. Fidanzati, rispettate le vostre fidanzate nella decisione presa di studiare o di lavorare. Donne, nessuno può costringervi ad essere martiri nel sopportare in silenzio la violenza che subite. Abbiate il coraggio di denunciarla».
Nella nota pastorale circa la violenza sulle donne, il vescovo di Locri, rivolgendosi ai genitori, ha aggiunto che bisogna «educare alla libertà i vostri figli». «Non fate distinzione – aggiunge – tra maschi e femmine, che spesso tenete chiuse in casa, impedendo loro di conoscere la vita per la scelta del loro futuro lavorativo e le persone anche dell`altro sesso per la scelta dell`uomo con il quale unirsi in matrimonio. Genitori, non avete il diritto di imporre alle vostre figlie l`uomo con il quale fidanzarsi e sposarsi. È una violenza della quale dovrete rendere conto a Dio. Sappiate che rendete infelice una vostra figlia e la esponete in futuro a ricorrere in tribunale per ottenere la nullità di matrimonio, a discapito dei figli. Se le vostre figlie resistono a questa vostra imposizione, non le considerate poco di buono, ma donne che difendono i propri diritti, la propria dignità e libertà». «Genitori, sappiate – conclude monsignor Morosini – che fidanzare le vostre figlie a 14 o 15 anni è violenza nei loro confronti. A questa età non si possono avere sentimenti maturi sufficienti per impegnarsi per un legame affettivo che deve durare tutta la vita». (0050)
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