Caso Sarlo, Biasi "salva" Tallini
REGGIO CALABRIA È ormai scontro aperto nel Pdl calabrese. Ad aprire le ostilità, ancora un volta, è il coordinatore reggino del partito Roy Biasi e a finire nel mirino, anche questa volta, è l`operat…

REGGIO CALABRIA È ormai scontro aperto nel Pdl calabrese. Ad aprire le ostilità, ancora un volta, è il coordinatore reggino del partito Roy Biasi e a finire nel mirino, anche questa volta, è l`operato del coordinatore regionale Peppe Scopelliti. Biasi torna a fare riferimento a quel «clima di regime» che sarebbe presente all`interno del partito: «Oltre a quelli che mi chiamano di nascosto se mi vedono per strada, si guardano prima intorno e una volta assicuratisi che nessun occhio indiscreto scruti l’incontro si lasciano andare ad un liberatorio: “fai bene, vai avanti, finalmente qualcuno con le palle che gliele canta”, salvo poi ritornare nell’anonimato e nella paura, ora si è fatta avanti la truppa degli “yes men”, o se preferite dei “cagnolini scodinzolanti” ai quali il padrone ordina di abbandonare le consegne del silenzio per abbracciare quelle della menzogne e dell’adulazione».
Nel mirino di Biasi finiscono tutti coloro che nel corso di questi ultimi giorni hanno professato pubblicamente la loro adesione alla linea politica del governatore calabrese e coordinatore del Pdl: «In questi giorni abbiamo visto, in sequenza sulle pagine dei giornali, coloro i quali, pur pensando quanto peggio possibile del padrone, sono costretti ad innalzare lodi pubbliche, osannanti proclami, verità mistificate, dichiarando esattamente il contrario di quello che pensano e mortificando la loro dignità». Biasi lo definisce il «“Paradosso della Paura” che è inevitabile e colpisce in maniera inesorabile anche chi tenta di agire nella legalità».
Il riferimento è all`ultima vicenda giudiziaria che ha visto come protagonista lo stesso Scopelliti, rinviato a giudizio, assieme all`assessore Mimmo Tallini, per la nomina del direttore generale Alessandro Sarlo: «Leggo ad esempio in questi giorni, le cronache dei giornali relative alla vicenda della nomina del dirigente regionale Alessandra Sarlo, e devo constatare purtroppo che quanto si evidenzia negli atti giudiziari consegna all’opinione pubblica lo spaccato di un episodio che sintetizza quello che andiamo dicendo ormai da settimane. L’assessore regionale al Personale Tallini, persona capace ed onesta, che pur era orientato, per la stessa nomina dirigenziale, verso un candidato interno che ne aveva tutti i legittimi requisiti, deve soccombere suo malgrado e diventare complice di un disegno diverso, superiore, frutto di logiche che a parole si combattono ma nei fatti pedissequamente si applicano, subendo così l’onta di un rinvio a giudizio che invece, se avesse potuto seguire il suo libero convincimento, avrebbe sicuramente evitato». Parole dure come macigni, che danno la cifra di come nel Pdl calabrese il clima di pacificazione sia solo un lontano ricordo. (0030)