OPERAZIONE ITACA | «Il sindaco sa chi lo ha aiutato»
BADOLATO Sono due piazze a restituire il senso di quello che accadeva a Badolato nell`aprile 2008. La prima è quella – piena – in cui Nicola Parretta spiega alla folla accorsa perché dovrebbe sostene…

BADOLATO Sono due piazze a restituire il senso di quello che accadeva a Badolato nell`aprile 2008. La prima è quella – piena – in cui Nicola Parretta spiega alla folla accorsa perché dovrebbe sostenerlo nel turno elettorale che si aprirà da lì a qualche ora. Un segnale beneaugurante per il candidato e i suoi sponsor. L`altro spazio pubblico ospita il comizio di Franco Nisticò, che è già stato sindaco del paese ed è, all`epoca, uno dei politici più stimati nella sinistra calabrese. Da sempre in prima fila per i diritti. Morirà nel dicembre 2009 sul palco di Villa San Giovanni, durante un comizio per dire no al Ponte sullo Stretto.
In quella serata del 2008, a Badolato, la piazza che sostiene Nisticò è animata da «pochi sostenitori», in quella a disposizione di Parretta, invece, l`affluenza è «notevolmente superiore». Tra i potenziali elettori del sindaco – che sarà riconfermato alla guida del paese – c`è, tra gli altri, anche Maurizio Gallelli. Per descriverne la personalità, i magistrati della Dda di Catanzaro usano poche efficaci parole: «Partecipe e dirigente del sodalizio mafioso nella sua articolazione di Badolato». È lui, secondo le accuse contenute nel fascicolo dell`operazione Itaca che si infiltra, «per mezzo del sindaco Nicola Parretta, nell`ambito del Comune di Badolato, a partire dal momento elettorale».
Per il sindaco, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, la Procura aveva chiesto l`applicazione di una misura cautelare. Che il gip non ha concesso perché «pare che Parretta, almeno in una fase della sua azione amministrativa, si sia discostato da quelli che potevano essere i desiderata dei Gallelli e ciò è comunque un elemento che non consente di dimostrare la consistenza del patto elettorale».
È un allontanamento “politico”, quello del primo cittadino, che va di pari passi con il tira e molla sui rapporti economici tra Parretta e la famiglia considerata come propaggine della cosca Gallace. Gli screzi – e la mediazione offerta dai referenti del sindaco nella famiglia – sono riconducibili alla volontà dell`amministratore pubblico di abbandonare una delle attività che condivide con i Gallelli: vuole «monetizzare le sue quote azionarie della società “Zinco Sud”», per fare fronte alle continue richieste di saldo credito da parte delle società che avevano realizzato le strutture di pertinenza del villaggio Vallina, gestito proprio dalla “Zinco Sud”. Questo tentativo irrita alcuni membri della famiglia Gallelli, che esprimono – nelle conversazioni intercettate dagli investigatori – «considerazioni critiche nei riguardi di Parretta, elementi di conferma tanto delle cointeressenze economiche esistenti tra i predetti soggetti, quanto del ruolo determinante avuto dagli stessi nella sua elezione a sindaco. In particolare, il sostegno dei Gallelli all`elezione del candidato “prescelto”, Parretta, risulta confermato dagli esiti delle intercettazioni di natura ambientale all`interno degli abitacoli delle vetture in uso ai membri della famiglia Gallelli “gruppo Sidis” (Agazio, Andrea e Maurizio), oltre che, come si vedrà, nei veicoli che il sindaco Parretta era solito utilizzare nei momenti in cui da Roma si recava a Badolato per motivi istituzionali». È Andrea Gallelli a ricordarlo, in una conversazione intercettata: «Nicola lo sa meglio di noi chi lo ha aiutato e chi non lo ha aiutato… chi ha fatto la campagna elettorale».
Maurizio Gallelli, invece, mentre le cimici delle forze dell`ordine registrano tutto, svela – il suo punto di vista sarebbe agghiacciante, se le cose che dice fossero verificate – i meccanismi di composizione delle liste a Badolato, spiegando che «Salvatore Caminiti, presidente del consiglio comunale, Antonio Garretta, detto “il Pirri”, consigliere comunale, Rosa Piroso, assessore al Bilancio, figlia di Cosimo, altro imprenditore socio in una delle società dei Gallelli e del Parretta, nonché Vincenzo Codispoti, consigliere comunale, erano stati candidati su diretto mandato di Maurizio Gallelli». Tutte le candidature erano a sostegno della lista di Nicola Parretta.
Lascia intendere che i Gallelli, se volessero, potrebbero sfasciare la giunta. Proprio in un momento in cui i contrasti con il sindaco si acuiscono.
I rapporti economici sono profondi, così come la spaccatura tra il sindaco e la famiglia. A fare da mediatore «nella soluzione dei problemi societari» è sempre Maurizio Gallelli. Un uomo che, «nonostante non rivestisse incarichi di natura pubblica, era stato “invitato” da Parretta, in qualità di sindaco, in Svizzera, quando si era svolta una manifestazione civica nel corso della quale una rappresentanza del Comune di Badolato si era recata nel paese di Wetzinkton per gemellare i due centri».
La ragnatela di relazioni è fitta. Così fitta che lo scontro rischia di degenerare quando il sindaco si dice «disposto a regalare le quote societarie della “Zinco Sud” pur di svincolarsi dalla vicinanza dei Gallelli». Non basta cambiare idea per rompere certi sodalizi. Parretta lo sa. E sa quanto possa essere pervasiva l`azione «del sodalizio di `ndrangheta». Tant`è che si rivolge al comandante della stazione dei carabinieri di Badolato, Pietro Quaresima con una serie di “richieste d`aiuto” che «risultavano espressione inequivoca della consapevolezza del Parretta circa la pericolosità della cosca di cui erano referenti territoriali i soggetti con i quali egli stesso aveva intrattenuto, e intratteneva, assidui rapporti sia nell`ambito amministrativo che di carattere economico».
Il primo cittadino, secondo i magistrati catanzaresi, sa bene in che contesto si muove e prega il maresciallo «di dare nel territorio di Badolato un segnale di contrasto alla criminalità organizzata». Sia il militare che l`amministratore sono «convinti che il problema da risolvere urgentemente» sia «l`assegnazione del nuovo responsabile dell`Ufficio tecnico». In una conversazione del 13 settembre 2009, Parretta e Quaresima sono preoccupati dal fatto che il nuovo responsabile possa essere considerato vicino al clan. È solo uno dei modi in cui la cosca può infiltrarsi. E non c`è dubbio, per il gip: «Il quadro delinea la capacità di infiltrazione della compagine di `ndrangheta nella pubblica amministrazione e in particolare nell`ente comunale di Badolato, sia rispetto al profilo “elettivo” che a quello “burocratico”, di cui erano perfettamente a conoscenza gli stessi pubblici amministratori».
Voti in cambio di ingerenze negli affari del Comune. A volte è lecito preoccuparsi anche davanti a una piazza che si riempie troppo per un comizio elettorale. (0020)