Parco Romani, Gatto nega l`estorsione

CATANZARO È stato un lungo faccia a faccia. Giuseppe Gatto, accompagnato dai suoi avvocati, Francesco Gambardella e Valerio Donato, ha chiesto di incontrare Carlo Villani, il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro che indaga sul pasticciaccio di Parco Romani. L`incontro ha affrontato i nodi salienti del caso: innanzitutto l`estorsione denunciata da Gaetano Romani. «O firmi o fallisci»: questa la frase, riportata nelle carte della Procura, che Gatto avrebbe rivolto all`originario proprietario del centro commerciale, che sarebbe così stato costretto a rimodulare il piano di risanamento già concordato, rinunciando alla somma di 2.750.000 euro e a tutti i poteri di amministrazione. Gatto ha negato con forza la circostanza, respingendo tutti gli addebiti. E avrebbe anche fatto riferimento a documenti che, a suo dire, proverebbero la realtà dei fatti. Ha, poi, parlato di come è nata la vicenda di Parco Romani, sostenendo di averci solo rimesso del denaro, circa un milione di euro, senza guadagnarci nulla. L`imprenditore e il magistrato si rivedranno a breve per ripercorrere altri aspetti della vicenda.
Intanto, il giudice per le indagini preliminari ha convalidato il sequestro disposto il 2 luglio scorso. La convalida era stata chiesta dalla Procura. Il provvedimento – attuato presso la tesoreria della Regione Calabria – riguarda 1 milione e 300mila euro destinati alla società Parco Commerciale Romani. Nell`ambito dell`inchiesta sul centro commerciale “Romani” di Catanzaro sono indagate dodici persone tra le quali l`ex sindaco di Catanzaro del Pd, Rosario Olivo, il presidente degli industriali della Calabria, Giuseppe Speziali, lo stesso Gatto, ex presidente degli imprenditori di Catanzaro, il presidente della camera di commercio, Paolo Abramo, funzionari del Comune. (0020)