Il Tribunale “spodesta” il presidente della Confcommercio
Il Tribunale di Catanzaro ha revocato Pietro Tassone dalla carica di presidente della Confcommercio Provinciale di Catanzaro accogliendo la domanda proposta dall’avvocato Francesco Pitaro, nell’inter…

Il Tribunale di Catanzaro ha revocato Pietro Tassone dalla carica di presidente della Confcommercio Provinciale di Catanzaro accogliendo la domanda proposta dall’avvocato Francesco Pitaro, nell’interesse di alcuni imprenditori. I ricorrenti hanno sostenuto la reiterata violazione da parte di Tassone delle regole statutarie, oltre che del codice civile, che avrebbero impedito agli altri soci di partecipare alla vita associativa e di avere contezza, anche sotto il profilo economico, dell’andamento della Confcommercio di Catanzaro. Il tribunale ha nominato un curatore speciale per verificare i rilievi sollevati dagli imprenditori. Dalla relazione è emerso che Tassone non avrebbe convocato per anni le assemblee della Confcommercio né avrebbe approvato tempestivamente i bilanci, ostacolando la partecipazione alla vita associativa ed espellendo illegittimamente alcuni soci dalla confederazione.
«Accogliamo con grande soddisfazione – ha commentato l`avvocato Francesco Pitaro – la pronuncia del Tribunale di Catanzaro che ha reso giustizia a tutti gli imprenditori che hanno deciso di rivolgersi all’autorità giudiziaria al fine di ottenere il ripristino della legalità all’interno della Confcommercio di Catanzaro. Il Tribunale ha accolto la domanda di tutti quei soci che hanno sempre gridato ai quattro venti le gravi irregolarità commesse dal Tassone. Ora, a rendere giustizia, ci ha pensato il Tribunale che ha certificato le gravi omissioni e irregolarità del Tassone al punto di revocarlo dalla carica di Presidente provinciale della Confcommercio di Catanzaro. Si tratta – ha aggiunto il legale – di una decisione importante, non solo perché ripristina le legalità all’interno di una delle più importanti confederazioni di imprenditori, ma anche perché, sotto il profilo giuridico/processuale, certifica che, ove mai qualcuno lo avesse dimenticato, all’interno delle associazioni e delle confederazioni devono essere rispettate le regole del codice e dello statuto affinché tutti i soci possano liberamente partecipare e affinché si impedisca che una confederazione costituisca una macchina messa nelle mani solo di qualcuno con esclusione di tutti gli altri. Sulla vicenda – conclude Pitaro – dovrà, inoltre, intervenire la Confcommercio nazione e il presidente Sangalli i quali non potranno certamente tollerare che nella Confcommercio di Catanzaro, così come affermato dal Tribunale, vi sia stata una gestione contra legem e illegale e gravemente irregolare».