Le ultime parole del colonnello Fazio

REGGIO CALABRIA Non nascondeva la sua soddisfazione il colonnello Cosimo Fazio, da poco nominato comandante della polizia municipale di Reggio Calabria. Era lì, al porto, con i suoi uomini, per dare il contributo, non solo dell`ufficio ma anche il suo personale alle operazioni di accoglienza degli immigrati. È morto sul lavoro il colonnello Fazio, quel lavoro che lo aveva portato a godere della stima dei suoi colleghi e ad essere riconosciuto come un ottimo investigatore dell`Arma dei carabinieri.
Pochi minuti prima di essere stroncato da un infarto, il colonnello Fazio ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornali e alle televisioni. L`ultima intervista in cui il neocomandante della polizia municipale ha espresso il compiacimento per il lavoro dei suoi uomini. «Il nostro è stato un ruolo importante, – sono le ultime parole di Fazio prima di accasciarsi sulla banchina del porto – sia come polizia municipale ma soprattutto come protezione civile perché grazie a tutti i volontari debbo dire che, in una giornata particolare come questa, siamo riusciti a muoverci dal nulla, ad organizzare dove verranno collocati gli immigrati e un primo minimo soccorso. Abbiamo avuto una risposta che io non immaginavo in tanti anni di attività. Ed è grazie ai volontari, oltre naturalmente alle istituzioni, alla prefettura, ai carabinieri, alla guardia di finanza, alla guardia costiera e alla polizia di stato, che siamo riusciuti di mettere su questa struttura. Le garantisco che non è stato facile per il breve tempo che abbiamo avuto. Un grazie va anche alla commissione straordinaria del Comune che ci ha dato la massima disponibilità e autonomia. Gli immigrati saranno sistemati all`interno dello “Scatolone”, il palazzetto dello sport che si trova vicino allo stadio. Li collocheremo lì dentro speriamo per un tempo minimo. Allo “Scatolone” ci sono già i volontari pronti a distribuire dei capi di corredo e degli elementi di prima necessità come i pannolini per i bambini. Speriamo che vada tutto bene perché ci stiamo organizzando momento per momento». (0040)