Un lungo e sentito applauso per il colonnello Fazio
REGGIO CALABRIA È un applauso lungo e sentito quello che accompagna il feretro del colonnello Cosimo Fazio, mentre sulle spalle dei colleghi viene portato fuori dalla cappella della Scuola allievi ca…

REGGIO CALABRIA È un applauso lungo e sentito quello che accompagna il feretro del colonnello Cosimo Fazio, mentre sulle spalle dei colleghi viene portato fuori dalla cappella della Scuola allievi carabinieri, di cui era stato il comandante. Assieme alla moglie – gli occhi consumati dal pianto per una perdita improvvisa – e ai due figli, ad accompagnarlo ci sono i massimi vertici delle istituzioni locali, della Procura, come delle forze dell’ordine – tutte – che hanno voluto salutare quel collega dei carabinieri, stroncato da un infarto a soli 56 anni, mentre coordinava le operazioni di soccorso degli ultimi 160 migranti sbarcati a Reggio Calabria. Per un ultimo omaggio al colonnello Fazio, da Roma, sono arrivati anche il prefetto Vincenzo Panìco, fino a qualche mese fa a capo della triade commissariale che regge il Comune dopo lo scioglimento per contiguità mafiose, e anche il comandante generale dell`Arma dei carabinieri, il generale Leonardo Gallitelli, che si sono stretti attorno alla moglie e ai due figli del colonnello, disperati e ancora increduli. Ma non c’erano solo divise a dare l’ultimo saluto al nuovo comandante dei vigili, che in soli dieci giorni – ricorda, commosso, chi ha avuto a che fare con lui – “era riuscito a riorganizzare le squadre e infondere nuovo spirito agli agenti della Municipale”. Amici, parenti, volontari della Protezione civile e dell’associazionismo reggino, cittadini comuni, in tanti si sono presentati alla cappella della Scuola allievi per dare un ultimo saluto al colonnello che solo il 5 agosto scorso era stato nominato dirigente del comando dei vigili urbani. L’ultimo approdo di una lunga carriera nell’Arma, durante la quale aveva ricoperto anche l’importante incarico di comandante del Reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria. In tale veste lo avevano conosciuto i tanti magistrati che con lui avevano lavorato gomito a gomito nella lotta alla `ndrangheta in città e nella provincia e – con discrezione, nascosti fra la folla – hanno voluto dare un ultimo saluto a un ufficiale che per molti è stato un punto di riferimento. “Un servitore dello Stato il cui esempio possa rimanere a imperitura memoria” per il prefetto Valerio Piscitelli, fuori città e impossibilitato a tornare, ma che ha voluto comunque esprimere il proprio cordoglio ai familiari e “il più sincero e sentito apprezzamento e gratitudine a Cosimo per il suo lavoro da comandante dei vigili”.
Ieri, nel giorno di Ferragosto, fin dalle prime ore dell’alba, Fazio aveva coordinato la macchina dei soccorsi attivata per accogliere i 160 migranti intercettati nella notte al largo di Bianco. Per ore, sotto un sole cocente, era rimasto sul molo per verificare che tutto marciasse per il verso giusto. Ed è stato a operazione quasi conclusa, sotto gli occhi sbalorditi del figlio che quella mattina aveva voluto essere con lui, che Fazio si è accasciato al suolo, stroncato da un infarto. Nonostante sia stato immediatamente soccorso dal personale del 118 e altrettanto rapidamente trasferito agli Ospedali Riuniti, per i medici non c’è stato nulla da fare. “È morto tendendo la mano ai più bisognosi di noi”, ha sottolineato il cappellano dell’Arma officiando il rito funebre. Un sacrificio che anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto sottolineare in un suo messaggio, nel quale si legge “ho appreso con profonda tristezza la notizia della tragica scomparsa del colonnello Cosimo Fazio, nel pomeriggio di ieri, durante le operazioni, ispirate ad un nobile principio di solidarietà, di sbarco e soccorso di immigrati giunti nel porto di Reggio Calabria“. (0050)