Scopelliti e gli industriali "comunisti"
Come se la Calabria fosse Cuba. Il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, si sente circondato da comunisti come se vivesse a La Avana. O meglio, applicando in sedicesimi lo schema di Berlusco…

Come se la Calabria fosse Cuba. Il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, si sente circondato da comunisti come se vivesse a La Avana. O meglio, applicando in sedicesimi lo schema di Berlusconi – il governatore lo fa anche con le bugie, come nel caso della sanità – , chiunque non sia perfettamente in linea con lui diventa comunista all’istante.
E così in questi anni di scopellitismo in tanti si sono sentiti dare, a torto o a ragione, del “compagno”. E se Michelangelo Tripodi ha ringraziato, lui che comunista si ci sente per davvero, la cosa ha infastidito anche molti “compagni” del Pd, che con i vecchi comunisti tutti di un pezzo hanno davvero poco da spartire. Ma l’epiteto è stato affibbiato – visitando tutto il vecchio arco costituzionale – anche agli ex democristiani (e immaginate la faccia di un Loiero quando gli si dà del comunista), ai socialisti, a quelli dell’Udc, ai magistrati, insomma: a tutti.
Ultimi, e la cosa spingerebbe al sorriso se non fosse grottesca, sono… gli industriali! Sabato sera a Reggio il governatore si è lanciato in una lunga tirata contro Confindustria rea, secondo la sua opinione, di essere «sbilanciata» a sinistra. Troppo critica nei confronti del manovratore, troppo severa nei giudizi sul lavoro della giunta: a via del Torrione, sede degli industriali reggini – sintetizza Scopelliti – deve esserci un covo di comunisti sotto mentite spoglie.
«È sempre la solita storia, sia a livello nazionale che nelle realtà territoriali, da Bolzano a Lampedusa: ogni qual volta Confindustria prende posizione sui problemi concreti delle aziende e dei cittadini, viene accusata di stare all’opposizione». Il presidente dell’associazione degli industriali Reggio Calabria, Andrea Cuzzocrea, risponde così alle affermazioni del presidente della Regione. «Frasi che sorprendono – sostiene l’ingegnere Cuzzocrea – soprattutto perché vengono smentite dai fatti. Basti ricordare che all’assemblea provinciale di Confindustria l’unico politico che ha relazionato è stato un senatore del Pdl, Nico D’Ascola; e pochi mesi prima lo stesso D’Ascola e il sottosegretario della giunta regionale Sarra hanno partecipato, assieme a tutte le altre forze politiche, a un dibattito da noi organizzato sul futuro della città. E ancora, l’interlocuzione con la Provincia di Reggio Calabria, guidata dal presidente Raffa, è costante e proficua. In cosa consisterebbe dunque il presunto “sbilanciamento”?».
Il massimo rappresentante degli industriali reggini aggiunge: «Non deve sfuggire a nessuno, men che meno a Scopelliti, che il nostro rapporto con la politica è di natura esclusivamente istituzionale. Gli industriali non si lasciano tirare dalla giacca. Proprio per questo sono liberi di esercitare il loro diritto di critica, e anzi hanno il dovere di farlo quando le cose non vanno».
«Non siamo incoerenti né silenti come sostiene il presidente della Regione – prosegue Cuzzocrea –. Ci siamo fatti carico di affrontare i problemi di Reggio tornando a esercitare la funzione che ci appartiene, di stimolo nei confronti del mondo politico e di motore della vita sociale ed economica cittadina. Oggi Confindustria Reggio Calabria è apprezzata e sta fornendo un’immagine di dinamismo e spirito di iniziativa che da tempo non si registravano».
Nel merito delle affermazioni di Giuseppe Scopelliti, Cuzzocrea spiega: «Non siamo “silenti” perché abbiamo denunciato apertamente le gravi disfunzioni della burocrazia comunale e regionale e le evidenti illegalità che si annidavano in casi come quello del centro integrato di Mortara. Non siamo neppure “incoerenti”, ma anzi abbiamo dimostrato un grande senso di responsabilità quando il Comune era a rischio dissesto e le nostre imprese hanno deciso di non esigere immediatamente i crediti che vantavano nei confronti dell’Ente e che avrebbero causato il fallimento della città».
Quanto poi all’interlocuzione con l’Atam, Cuzzocrea sostiene che «bisognerebbe non criticare ma sostenere iniziative come quella di Confindustria, che cerca di sopperire al vuoto enorme lasciato dalla politica reggina e di garantire servizi efficienti ai cittadini. I reggini – conclude il presidente dell’associazione degli industriali – sono stufi di essere divisi in guelfi e ghibellini e desiderano soltanto, così come lo desideriamo noi industriali, lasciarsi alle spalle un periodo estremamente difficile e costruire un nuovo futuro per questa città».
Queste le ragioni degli industriali. E adesso i “camerati” di Forza Nuova, gli unici risparmiati fino ad oggi, si interrogano: Scopelliti quando ci darà dei comunisti?