Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 23:16
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

Divieto di balneazione a Chianalea

REGGIO CALABRIA Arrivano ormai a fine stagione, ma fanno comunque rabbrividire i divieti di balneazione che stanno colorando di bandiere rosse le coste del reggino. A qualche giorno dall’ordinanza ch…

Pubblicato il: 03/09/2013 – 19:28
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Divieto di balneazione a Chianalea

REGGIO CALABRIA Arrivano ormai a fine stagione, ma fanno comunque rabbrividire i divieti di balneazione che stanno colorando di bandiere rosse le coste del reggino. A qualche giorno dall’ordinanza che ha vietato ai bagnanti le spiagge di Bocale, sulla costa jonica, anche una delle perle della tirrenica diventa off limits per scarsa qualità delle acque. A seguito di una nota Arpacal del 27 agosto, il sindaco Pasquale Caratozzolo ha emesso un divieto di balneazione per le spiagge di Chianalea, lo storico rione dei pescatori di Scilla, considerato – almeno fino a qualche tempo fa – uno dei gioielli della costa reggina. Un pezzetto di paradiso – si leggeva nelle guide turistiche – oggi macchiato dall’inquinamento e divenuto quindi inaccessibile ai bagnanti, almeno per il tratto che va dal porto al torrente Annunziata. I prelievi effettuati dall’Arpacal nello specchio acqueo antistante la via Grotte, nelle giornate del 22-23-24 agosto 2013, mostrano valori di gran lunga superiori ai limiti imposti dalla normativa vigente. Una motivazione sufficiente all’Amministrazione comunale di Scilla per vietare quel tratto di mare ai bagnanti. Non più tardi di qualche giorno fa, la triade commissariale – che regge il Comune di Reggio dallo scioglimento dell’amministrazione per contiguità mafiose – era stata costretta ad adottare il medesimo provvedimento per la zona di Bocale, sulla costa jonica. I rilievi effettuati dall’Arpacal a 50 metri a sud e a nord dal canale di scolo di Fossa Manna, dopo le innumerevoli segnalazioni di bagnanti inferociti, hanno infatti rivelato livelli di escherichia coli e di enterococchi intestinali superiori alla norma. I due batteri – come hanno dimostrato una serie di casi registrati quest’estate in tutta Italia – sono ritenuti responsabili della Sindrome emolitico uremica (Seu), un’infezione intestinale che colpisce prevalentemente i bambini. Per i tecnici non c’è stato alcun dubbio al riguardo: le acque della zona sono da classificare come «scarse», dunque – in base alla normativa – non balneabili. Una decisione che i tecnici sono stati costretti ad assumere in più di una località del mare calabrese. Poco più di una settimana fa, l’Arpacal è stata costretta a lanciare l’allarme escherichia coli anche nel Cosentino. Anche nei pressi della foce del torrente Fiumicello, al confine tra Grisolia e Santa Maria del Cedro (Cs), i valori di escherichia coli e microbatteri si sono rivelati superiori alla norma.

Argomenti
Categorie collegate

x

x