Laghi svuotati, Legambiente ribadisce le proprie perplessità
COSENZA Il giudizio di Legambiente sui propositi della società A2A di svuotare i laghi silani è molto severo. Manca, secondo il parere degli ambientalisti, una valutazione strategica delle conseguenz…

COSENZA Il giudizio di Legambiente sui propositi della società A2A di svuotare i laghi silani è molto severo. Manca, secondo il parere degli ambientalisti, una valutazione strategica delle conseguenze dell’operazione, soprattutto tenendo conto che i laghi sono ormai storicamente parte di un’area protetta. E anche l’ente Parco non sfugge alle critiche, visto che Legambiente giudica «molto carente» il comportamento tenuto a riguardo. «Un Parco è un valore aggiunto per il territorio, chi lo gestisce non può limitarsi a leggere le carte che gli vengono sottoposte, in questo caso dalla società A2A, ma deve esigere maggiori controlli, richiedere la stesura di un piano strategico, che tenga conto della complessità della biodiversità presente nell’area», è stato detto nel corso della conferenza stampa organizzata da Legambiente a Cosenza e durante la quale è stato spiegato lo stupore per come il progetto di svuotamento degli invasi sia stato previsto. «La A2A è un colosso nel settore della produzione dell’energia elettrica, con fatturati miliardari e una avanzatissima tecnologia, per questo ci siamo meravigliati che per verificare e procedere alla manutenzione delle dighe, la società abbia previsto di utilizzare un metodo superato, visto che certamente si posseggono strumenti meno invasivi per l’ambiente». Per gli ambientalisti infatti la verifica delle condizioni della parte sommersa delle dighe si può realizzare anche attraverso un Rov (Remotely opereted vehicles), praticamente un minisommergibile teleguidato dalla superficie, o addirittura da un semplice sommozzatore. Secondo Legambiente restano molti dubbi sull’efficacia del metodo previsto per smaltire i milioni di metri cubi di limo che resteranno dopo aver svuotato i laghi, né è stato considerato in nessun modo l’impatto ambientale che tale materiale arrecherà al territorio, infatti «la ricaduta a valle del materiale avrà forti conseguenze».
Ma la critica degli ambientalisti non risparmia la politica, che – a esclusione di Idv – ha finora taciuto sulla questione, così come pure sarebbe assi utile che l’Università della Calabria partecipasse attivamente alla realizzazione degli studi sulle conseguenze dello svuotamento. Contro l’iniziativa annunciata da A2A e fin qui non sufficientemente contrastata dall’ente Parco, Legambiente preparerà una serie di iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica e il mondo della cultura, «visto che durante i molti eventi culturali che si sono svolti questa estate in Sila, l’argomento non è stato affrontato» e se necessario un ricorso alla Commissione europea per l’Ambiente, per verificare che le rigorose normative comunitarie sull’ambiente vengano rispettate. (0050)