Reggio aspira a diventare Capitale della cultura europea
REGGIO CALABRIA Fedeli forse all’insegnamento di quel vecchio saggio che nelle sue lettere scriveva che «bisogna opporre al pessimismo dell`intelligenza l`ottimismo della volontà», il prefetto di Reg…

REGGIO CALABRIA Fedeli forse all’insegnamento di quel vecchio saggio che nelle sue lettere scriveva che «bisogna opporre al pessimismo dell`intelligenza l`ottimismo della volontà», il prefetto di Reggio Calabria, Valerio Piscitelli, insieme alla triade commissariale che dall’ottobre scorso guida la città in seguito allo scioglimento del consiglio comunale per contiguità mafiose, hanno deciso di lanciare la candidatura di Reggio a capitale della Cultura Europea 2019. Un’iniziativa che ha incontrato il sostegno dei vertici di Provincia e Regione e può contare sulla «preziosa opera prestata dal Comitato scientifico» che dal marzo scorso è al lavoro per concepire e delineare «gli interventi che caratterizzano la candidatura del capoluogo reggino, che saranno oggetto di esame da parte della commissione mista di valutazione presso il ministero per i Beni Culturali», fanno sapere da Palazzo San Giorgio.
Un obiettivo ambizioso per la città che ha visto i suoi cinema chiudere per lasciare spazio prima a segreterie elettorali, quindi a negozi, da anni vede le perle della sua collezione archeologica sdraiate in attesa di restauro e collocazione, e il museo nazionale ancora chiuso per una ristrutturazione, la cui conclusione viene di anno in anno posticipata, ma per il quale è già pronto un possibile calendario di eventi, impreziosito da nomi illustri che vanno dai premi Nobel Simon Peres, Mikail Gorbacev, Oran Pamuk al Maestro Riccardo Muti. «Il concetto base del progetto della candidatura – si legge nella nota di Palazzo San Giorgio – rimanda al principio della “unità nella diversità” delle culture comunitarie ed a quello della integrazione nella differenza nei rapporti con le comunità degli immigrati». La città di Reggio Calabria – fanno sapere dal comitato promotore – vuole rilanciare, nello spirito del «Rapporto Adonnino” del 1985, il dialogo interculturale come volano per promuovere l’Europa dei cittadini attraverso molteplici iniziative dirette ad avvicinare i cittadini europei ed a rafforzarne l’identità comune». (0030)