Tentarono di uccidere un boss rivale, 7 arresti a Lamezia
LAMEZIA TERME Devono rispondere di fabbricazione, detenzione e porto in concorso di due ordigni esplosivi di micidiale potenza, oltre che di coltivazione di piantagione di canapa indiana, le sette pe…

LAMEZIA TERME Devono rispondere di fabbricazione, detenzione e porto in concorso di due ordigni esplosivi di micidiale potenza, oltre che di coltivazione di piantagione di canapa indiana, le sette persone arrestate nell`ambito dell`operazione “Disinnesco” compiuta dagli agenti del commissariato di Polizia di Lamezia Terme. A finire in manette, insieme a Roberto Greco, anche Angelo Anzalone (35), Giovanni Roberto (34), Christian Greco (25), Francesco Rocca (30) e Duro Ionut Pircio (romeno, 25), nei confronti dei quali sono state eseguite delle ordinanze di custodia cautelare in carcere, e Simone Gabriele (28) che deve rispondere solo per gli stupefacenti e si trova ai domiciliari. A portare gli inquirenti sulla pista giusta alcune indagini che il commissariato di Lamezia stava effettuando per il contrasto allo spaccio di stupefacenti. E` stato proprio nel corso di questi controlli che prima il 2 aprile scorso e poi il 28 giugno, effettuando alcune intercettazioni, i poliziotti hanno rinvenuto di due ordigni che, se esplosi in zone abitate, avrebbero potuto provocare una strage. Le indagini, coordinate dal sostituito Santo Melidona, così come spiegato stamani nel corso della conferenza stampa tenuta dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Domenico Prestinenzi, insieme al questore di Catanzaro, Guido Marino, ed al dirigente del commissariato lametino, Antonio Borelli, hanno consentito di individuare una cellula criminale di «spiccata pericolosità» che era in grado di costruire congegni esplosivi di elevatissima capacità micidiale che dovevano essere utilizzati per un`azione intimidatoria contro un pregiudicato di Lamezia Terme, entrato in aperto contrasto con quello che gli inquirenti indicano il capo del gruppo criminale, e, cioè Roberto Greco. Intimidazione che, in un certo senso, sarebbe stata “interrotta” per ben due volte con i sequestro dei due ordigni che gli artificieri definiscono ad alto potenziale distruttivo. Le bombe dovevano essere collocate nell`abitazione del pregiudicato che i Greco ritenevano essere un informatore della Polizia in quanto avrebbe diffuso atti che riguardavano l`operazione “Medusa” contro le cosche della `ndrangheta lametina. Antonio Borelli ha parlato di una «cellula impazzita che sta approfittando di questo particolare momento felice che vive la città di Lamezia Terme».
SPERANZA: POLIZIA E MAGISTRATURA VANNO SOSTENUTE ROMPENDO OGNI SILENZIO
Il sindaco di Lamezia, Gianni Speranza, si è complimentato per l`operazione di oggi: «A nome dell`amministrazione comunale e dell`intera città esprimo il nostro compiacimento e il più vivo apprezzamento per l`importante operazione di polizia che in questi mesi ha portato prima al ritrovamento di una bomba e oggi all`individuazione e all`arresto di tutti i responsabili. Anche io sono convinto, così come hanno dichiarato in conferenza stampa il procuratore della Repubblica Prestinenzi, il questore Marino e il primo dirigente della polizia, Borelli, che questo è un momento importante per Lamezia. La magistratura e le forze di polizia vanno sostenute rompendo ogni silenzio». (0090)