Calabria in prima linea per difendere la Costituzione
L`ospite più atteso, il giurista cosentino Stefano Rodotà, è stato accolto dall`applauso ritmato della piazza, sulle note di “Bella Ciao”. Migliaia di persone hanno risposto presente questo pomeriggi…

L`ospite più atteso, il giurista cosentino Stefano Rodotà, è stato accolto dall`applauso ritmato della piazza, sulle note di “Bella Ciao”. Migliaia di persone hanno risposto presente questo pomeriggio a Roma all`appello “La via maestra” in difesa della Costituzione lanciato dallo stesso Rodotà e da altri studiosi come il rosarnese Salvatore Settis. «Si deve ritrovare la via maestra che è stata abbandonata», spiega l`ex candidato alla presidenza della Repubblica. Presente anche il Forum dei movimenti per l`acqua con «l`obiettivo di opporsi ai tentativi del governo delle “larghe intese” di riformare la Costituzione in senso autoritario e la piena applicazione della Carta sui temi del lavoro, dei diritti, dei beni comuni e della pace». Nel corteo anche Gustavo Zagrebelsky e Lorenza Carlassare, il segretario della Fiom Maurizio Landini e il candidato alla segreteria nazionale del Pd Pippo Civati, il fondatore di Libera don Luigi Ciotti, l`ex leader di Italia dei valori Antonio Di Pietro e tanti altri. Molto folta anche la presenza dei calabresi. A Roma hanno fatto capolino il segretario regionale di Sel e sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza, Massimo Covello della segreteria regionale della Cgil, l`ex consigliere comunale a Cosenza del Prc Ciccio Gaudio, il dirigente di Rifondazione comunista Francesco Saccomanno, il dirigente del Pd Giovanni Caporale, il sindaco di Verbicaro Felice Spingola, oltre ai precari della scuola e rappresentanti del mondo dell`associazionismo. Solo dalla provincia di Cosenza sono partiti quattro pullman, per un totale di 200 manifestanti. «Siamo qui – ha detto Speranza – per difendere la Costituzione e lottare per i diritti dei giovani, delle donne, dei disperati che perdono la vita nel Mediteranneo. In poche parole siamo qui per difendere la nostra democrazia».
Fra i promotori, il primo a prendere la parola è stato l`ex presidente della Corte costituzionale, Zagrebelsky, che ha fatto un appello ai presenti: «Questa piazza – ha detto – non pronunci parole sopra le righe. La nostra forza è il fatto che siamo determinati e moderati, non siamo qui per fare un “crucifige” e neanche “osanna” a nessun salvatore, anche perché non ce ne sono. “A chi ci dice che “questa Costituzione non è adatta a governare”, noi chiediamo: sono loro adatti a governare?».
Secondo Rodotà, invece, «non è un problema di chi deve toccare la Costituzione. Il problema è come si modifica. Bisogna seguire la via maestra e non le scorciatoie o i percorsi tortuosi perché vogliamo modificare la Carta dove l`esperienza ci dice che deve essere fatto. Ma non vogliamo stravolgere il sistema democratico». Per il segretario Fiom Landini, «il problema è applicare la Costituzione, non cambiarla. Applicare la Costituzione – ha ribadito – è il solo modo per cambiare il Paese». (0030)