Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 11:01
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 10 minuti
Cambia colore:
 

Appalti ai "Riuniti", rinviati a giudizio tre dirigenti

REGGIO CALABRIA Dovranno presentarsi tutti di fronte al giudice i dirigenti degli ospedali “Riuniti” Angelo Rabotti, Maria Felicita Crupi e Paolo Costantino, pezzi da novanta dell’amministrazione san…

Pubblicato il: 16/10/2013 – 16:35
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Appalti ai "Riuniti", rinviati a giudizio tre dirigenti

REGGIO CALABRIA Dovranno presentarsi tutti di fronte al giudice i dirigenti degli ospedali “Riuniti” Angelo Rabotti, Maria Felicita Crupi e Paolo Costantino, pezzi da novanta dell’amministrazione sanitaria spesso chiamati a decidere i milionari appalti dei “Riuniti” e oggi accusati di avere pretestuosamente e «con dolo intenzionale» escluso la EdilMinniti, impresa di costruzioni reggina – oggi ammessa come parte civile nel procedimento insieme all’Azienda ospedaliera – a vantaggio della Siram, colosso dell’energia e campione degli appalti pubblici in Calabria, recentemente inzaccherata dallo scandalo che ha travolto la Lega e il suo ex tesoriere Francesco Belsito.
Al termine dell’audizione del testimone Pasquale Ateneo, dirigente Attività tecniche e patrimonio, dopo una breve camera di consiglio, il gup di Reggio Calabria Cinzia Barillà ha disposto per i tre dirigenti il rinvio a giudizio, dando visto buono all’impianto accusatorio costruito dal pm Leo Tenaglia, che per i tre dirigenti dell’ospedale ha chiesto il rinvio a giudizio. Chiamati a decidere una gara importante – sei anni di manutenzione degli immobili e degli impianti del nosocomio – e dal valore di diversi milioni di euro, per la pubblica accusa Costantino, Crupi e Rabotti avrebbero assegnato la vittoria alla Siram non in ragione di un’offerta più vantaggiosa per le casse pubbliche, ma solo perché rimasta da sola, dopo l’esclusione – decisa dai tre con «dolo intenzionale», dice l’accusa – dell’unica diretta concorrente, la Edil Minniti. Un’esclusione che oggi la Procura ha intenzione di approfondire.

Storia di un`esclusione
Rispettivamente direttore dell’Unità complessa di acquisizione beni e servizi, direttore dell’Unità affari generali e legali e responsabile unico del procedimento relativo al servizio di manutenzione globale degli immobili e degli impianti, Rabotti, Crupi e Costantino per il pm sono a vario titolo responsabili di aver pretestuosamente e «con dolo intenzionale» escluso la EdilMinniti, impresa di costruzioni reggina, a vantaggio della Siram.
La storia è complessa, ma è solo una parentesi di un lungo periplo burocratico e amministrativo che si dipana – fra ricorsi, esposti e carte bollate – dal 2008 ad oggi. Siamo al 30 maggio dell’ormai lontano 2008, l’appalto per la manutenzione, assegnato nel 2005 al consorzio Sagem, formato dalla EdilMinniti e dalla Imelca, è ormai a scadenza, dunque per evitare buchi nell’essenziale servizio che garantisce l’efficienza dell’ospedale è con largo anticipo che l’ospedale bandisce la nuova gara. A presentarsi sono in due: la EdilMinniti, azienda da tempo attiva in ospedale – e la Siram. Ed è proprio questa ad aggiudicarsi l’appalto.
Un verdetto contro il quale il titolare della ditta soccombente, Gianni Minniti, presenta ricorso, prima al Tar, poi al Consiglio di Stato, che accoglie l’appello presentato dall’impresa che aveva chiesto «in via principale l’annullamento dell’aggiudicazione al fine di ottenere l’affidamento del servizio in proprio favore, in via subordinata l’annullamento dell’intera gara e in via residuale il risarcimento dei danni». Una procedura abituale – dicono gli addetti ai lavori – ma che ai “Riuniti” di Reggio Calabria sarebbe divenuto il pretesto per dare il via ad un periplo di mini-appalti di sei mesi, procedimenti civili e penali che ancora non si è concluso.

Parola al Consiglio di Stato. O forse no
Contrariamente a quanto possa essere lecito immaginare, una volta preso atto della sentenza del Consiglio di Stato, l’ospedale non affida la gara all’impresa vincitrice del ricorso. Nonostante una diffida in tal senso presentata dalla EdilMinniti, il direttore generale dell’epoca, Mario Santagati, assieme alla direttrice amministrativa Concetta Marisa Dascola, con una stringata nota precisa che «si ritiene certamente più opportuno attendere la motivazione al fine di dare puntuale esecuzione alla sentenza». Una determinazione cui l’Asl giunge sicuramente sulla scorta del parere dell’avvocato Maria Grazia Bottari, professionista esterna cui l’ospedale affida pareri legali, ma anche – se non soprattutto – illuminata dalle due paginette che la Siram provvede a far avere all’amministrazione. Assieme ai “molto cordiali saluti” che l’avvocato Gherardo Marone trasmette a Santagati, nella missiva – allegata alla nota in seguito inviata alla EdilMinniti – si legge chiaramente: «La decisione del Consiglio di Stato, nell’accogliere l’appello, ha annullato l’aggiudicazione definitiva perché la mandante Imelca non era in possesso del requisito della regolarità contributiva al momento della presentazione dell’offerta; e quindi l’offerta stessa era invalida e l’Ati Siram-Imelca andava esclusa (esclusione poi pronunciata dal giudice amministrativo), rimanendo così in gara il solo proponente Edilminniti. Ne consegue che in gara è rimasta un’unica offerta valida e la gara deve quindi considerarsi deserta». E se il concetto non fosse risultato chiaro a chi di dovere, il legale della Siram, pochi paragrafi dopo reitera: «L’amministrazione deve prendere atto con le modalità più idonee, che in gara è rimasto un solo concorrente e procedere dunque all’annullamento della procedura. Subito dopo dovrà indire una nuova gara e, nelle more, procedere a mezzo di procedura negoziata per l’affidamento provvisorio».

La Siram scrive e l`ospedale…
Una procedura che – curiosamente – gli ospedali “Riuniti” decideranno di seguire alla lettera. Non solo «in attesa della pubblicazione della sentenza – come scriveranno il dg Santagati  e il direttore amministrativo Concetta Marisa Dascola alla ditta – costituendo la manutenzione degli immobili e degli impianti un servizio essenziale che non può essere interrotto e non potendosi certo affidare il servizio alla ditta ricorrente sulla base del solo dispositivo» l’amministrazione ritiene opportuno far espletare il servizio – per sei mesi e senza contratto – alla Siram, ma anche quando le motivazioni vengono rese pubbliche l’EdilMinniti non ottiene l’appalto.
A spiegare il motivo della nuova esclusione è sempre il dg Santagati che in una missiva del 16 aprile 2010 – trincerandosi dietro una nuova pronuncia del Consiglio di Stato – spiega che in ottemperanza a quanto previsto dal capitolato d’appalto «l’aggiudicazione avverrà in presenza di almeno due offerte valide. Infatti, una volta esclusa l’Ati Siram-Imelca, l’unica offerta valida presentata è quella dell’Ati Edilminniti». L’ospedale sceglie dunque di indire una nuova gara, ma mentre i mesi passano – e le carte bollate si accumulano – anche l’affidamento semestrale con riserva dei servizi alla Siram scade. La nuova gara non è stata indetta, ma la manutenzione non può aspettare i tempi biblici della burocrazia.
Con la delibera 185 del 13 aprile 2010, l’Azienda ospedaliera decide dunque di prendere atto della sentenza del Consiglio di Stato che annullava la gara precedente, e contestualmente indire una nuova procedura – negoziata e senza bando – per l’affidamento della manutenzione per i sei mesi successivi. Ancora una volta a fronteggiarsi sono la Siram – questa volta in solitudine – e la EdilMinniti. Ed è con tutta la frustrazione di chi per anni ha dovuto bussare alle porte di avvocati e giudici amministrativi che l’imprenditore Gianni Minniti dirà al pm, ricordando quella gara: «Partecipai nonostante avessi la convinzione che la sentenza del Consiglio di Stato avesse disposto l’annullamento dell’aggiudicazione e vi fosse un mio preciso diritto ad ottenere la gara a suo tempo indetta per un periodo seennale. Partecipai formulando la relativa offerta. Anche questa volta devo precisare che vi fu un’esclusione della mia ditta sulla base della leziosità dell’interpretazione di un documento». Usa parole garbate, non fa nomi, ma sono i militari della guardia di finanza, coordinati dal pm Tenaglia, a ricostruire la vicenda che oggi ha messo nei guai i tre dirigenti dell’ospedale, Rabotti, Crupi e Costantino.

E vince sempre la Siram
Nonostante l’Edilminniti avesse presentato un’offerta di gran lunga più vantaggiosa – 423.023,76 euro – rispetto a quella della Siram – 707.598,19 euro – la commissione di gara composta dai tre dirigenti boccia la ditta reggina perché – si legge nelle carte – «pur avendo presentato una polizza fideiussoria pari al 50% dell’importo richiesto, allegando regolare certificazione Iso che le garantiva tale beneficio, non aveva formalmente richiesto di volersi avvalere di tale abbattimento rispetto all’importo totale» e «aveva omesso di produrre certificazione dell’esecuzione di precedenti analoghi lavori, limitandosi ad autocertificarla». Motivazioni che per gli uomini della guardia di finanza che esaminano le carte, in seguito all’ennesimo esposto presentato da Minniti, così come per il Tar di  Reggio Calabria che con sentenza del 1 dicembre 2010 aveva dato ragione alla Edilminniti, non sussistono. Prima che gli uomini delle Fiamme Gialle iniziassero a esaminare le carte, i giudici amministrativi avevano chiarito infatti che stando al decreto legislativo 163/2006, la riduzione del 50% della cauzione e della garanzia fideiussoria è un diritto che consegue automaticamente dal possesso della certificazione di qualità Iso e può essere documentata in sede di gara, ma soprattutto l’esecuzione di lavori analoghi può essere provata anche mediante autocertificazione. E sull’argomento, il Tar reggino– sottolineano i militari della guardia di finanza in un’integrazione di informativa – dicono qualcosa di più: «L’esclusione potrebbe assumere carattere penalmente rilevante laddove fosse dimostrata l’intenzionalità delle condotte dei componenti della commissione. A tal fine, nella vicenda, assume fondamentale rilevanza la questione relativa al rilascio, all’esclusa Edilminniti, dell’attestazione di esecuzione dei lavori in precedenza prestati in favore della stessa Azienda ospedaliera».

Burocrazia ad orologeria?
Un documento che l’Edilminniti è stata costretta ad autocertificare, nonostante ne avesse fatto richiesta in tempi consoni alla stessa Azienda ospedaliera, perché – stando alla ricostruzione della Procura – il geometra Paolo Costantino, all’epoca responsabile unico del procedimento, lo ha opportunamente fatto pervenire all’impresa solo il 31 maggio 2010. Esattamente due giorni dopo l’aggiudicazione a Siram dell’appalto, proprio a causa del documento mancante. Una circostanza che Costantino – ascoltato dagli investigatori – non ha voluto o potuto spiegare, preferendo avvalersi della facoltà di non rispondere. Tuttavia, i militari della Finanza, non possono fare a meno di notare che «in assenza di alcun documento giustificativo del ritardo nel rilascio del certificato in questione da parte dell’Azienda ospedaliera, appare quanto meno singolare che il geometra Costantino, in sede di gara, non abbia fatto presente in un senso o nell’altro, i motivi per cui la ditta era stata costretta ad autocertificare la condizione». Un’autocertificazione che – paradossalmente – riguardava lavori portati a termine proprio agli ospedali “Riuniti” e che i tre alti dirigenti – proprio in ragione della posizione ricoperta – non avrebbero potuto non conoscere.
Per il pm Leo Tenaglia, il quadro è sufficientemente chiaro: sulla gara semestrale per la manutenzione sono stati violati anche i principi di imparzialità, buon andamento ed efficienza della pubblica amministrazione e per questo l’ipotesi di reato per i tre dirigenti è a vario titolo abuso d’ufficio e concorso in abuso d’ufficio. Un reato che per la Procura sono i tre ad aver commesso, ma che la comunità è chiamata a pagare, perché a rimetterci non è stata semplicemente l’Edilminniti, ma anche l’Azienda ospedaliera, che alla Siram avrebbe regalato un appalto da 300mila euro in più rispetto all’impresa concorrente.
Storia nota per l’imprenditore Gianni Minniti, che di fronte ai militari delle Fiamme gialle insiste: «Voglio ulteriormente precisare che già nella gara 2000/2005, la mia ditta fu esclusa ma poi, a seguito di un mio ricorso fino in Consiglio di Stato, venne ritenuta l’illegittimità dell’aggiudicazione a favore della Siram, ma poiché era decorso il termine di validità del periodo contrattuale, con successiva sentenza del 2008 il Consiglio di Stato risarcì alla mia ditta il danno patito». Mentre la Siram, agli ospedali “Riuniti”, ha continuato – serena – a lavorare. (0050)

Argomenti
Categorie collegate

x

x