Pdl, è tregua (armata) tra governativi e lealisti
CATANZARO Non ci sono lealisti e nemmeno governativi. Peppe Scopelliti compie una mezza marcia indietro e prova a minimizzare la portata dello scontro venuto a galla nei giorni scorsi e nella riunion…

CATANZARO Non ci sono lealisti e nemmeno governativi. Peppe Scopelliti compie una mezza marcia indietro e prova a minimizzare la portata dello scontro venuto a galla nei giorni scorsi e nella riunione del gruppo pidiellino calabrese (a cui si sono aggiunti gli “esterni” Stasi, Mancini, Dima e Sarra) a Palazzo Alemanni (assenti giustificati soltanto Alessandro Nicolò e Gesuele Vilasi) riesce a ottenere la firma dei presenti su un documento dal sapore unitario. In cui sostanzialmente viene ribadito il riconoscimento della leadership di Silvio Berlusconi a livello nazionale e quella dello stesso Scopelliti su scala calabrese e l`adesione al progetto di rimettere in piedi Forza Italia. Ma si tratta di una tregua armata. E le ultime dichiarazioni di Angelino Alfano («Forza Italia non vada agli estremisti»), consegnate a Bruno Vespa per il libro (Sale, zucchero e caffè) in uscita, confermano che nel centrodestra l`unità è tutt`altro che un dato acquisito. «La mia idea non è cambiata rispetto alla fine del 2012 quando lanciammo le primarie. Alle prossime elezioni, il nostro candidato dovrà essere scelto attraverso primarie il più aperte possibile, alle quali partecipi il più alto numero di simpatizzanti» sostiene il vicepremier Angelino Alfano in un passaggio del volume. Mentre nello stesso libro, Raffaele Fitto chiarisce: «Io ragiono sul dopo Berlusconi il giorno in cui Berlusconi autorizzerà il “dopo”. Ricordiamo che lui ha fatto la campagna elettorale del 2013 dicendo che il candidato a palazzo Chigi sarebbe stato Alfano. Quindi? Quindi sarà ancora una volta lui a decidere che cosa si farà».
Come si vede siamo davanti a un quadro in continua evoluzione e si capisce il motivo per cui quello raggiunto da Scopelliti e dal suo vice Antonio Gentile con il resto del partito sia soltanto un accordo temporaneo. Destinato a saltare qualora governativi e lealisti non dovessero trovare un punto d`accordo a partire dalla legge di Stabilità. Scopelliti ha ottenuto dagli esponenti del suo partito una nuova professione di fedeltà nel senso che tutti gli intervenuti hanno assicurato che la firma posta sotto al documento dei lealisti «non voleva essere uno sgarbo nei tuoi confronti».
«Peppe – sarebbe stato il ragionamento dei vari Tallini e Magno – noi ti riconosciamo il ruolo di guida di questo partito e di questa squadra di governo». E lo stesso avrebbero fatto anche altri esponenti come Salvatore Pacenza ed Ennio Morrone.
Nel documento finale (sottoscritto da tutti ad eccezione del giovanardiano Giovanni Nucera nella parte in cui si lascia intravedere la possibilità di lasciare il Pdl e confluire in FI) si sostiene che «i consiglieri e componenti della giunta regionale, iscritti al Popolo della libertà, confermano la loro convinta adesione al progetto di rinascita di Forza Italia come soggetto politico in grado di rappresentare il centrodestra italiano e che rafforzi, alla fine dell’attuale esperienza di governo, le ragioni di un sistema bipolare fondato sull’alternanza di governo. Auspicano che nel prossimo Consiglio nazionale tale decisione venga assunta formalmente e all’unanimità dai delegati, superando così divisioni e contrapposizioni che hanno fornito un’immagine non veritiera e distorta del nostro movimento. Lanciano un appello al presidente Silvio Berlusconi – al quale confermano incondizionato sostegno in questa drammatica fase in cui si vorrebbe eliminare l’indiscusso leader del centrodestra – e al segretario Angelino Alfano perché producano ogni possibile sforzo in modo che dal Consiglio nazionale emerga un partito fortemente unito. Auspichiamo pure che venga riaffermata la linea che da sempre ha caratterizzato le decisioni del presidente Berlusconi e di Angelino Alfano e che tutti i componenti calabresi del Consiglio nazionale, al di là delle differenti valutazioni sul voto di fiducia al governo Letta e sull’opportunità o meno di garantirgli il sostegno, sappiano ritrovare pienamente il senso dell’unità».
Infine, le parole al miele nei confronti del governatore: «Confermiamo piena fiducia e sostegno leale al presidente Giuseppe Scopelliti che in questi anni ha guidato con coraggio e determinazione sia il governo regionale sia il Popolo della libertà, conseguendo importanti risultati che hanno rafforzato la presenza del centrodestra nella nostra regione, come dimostrano ampiamente tutti i riscontri elettorali degli ultimi anni».
Un unico dubbio: siamo proprio sicuri che il Cavaliere sia disposto a (ri)accogliere coloro «che – per dirla con le parole del falco Sandro Bondi – lo hanno pugnalato alle spalle nel momento più delicato della sua vita?».