La "vendetta" di Loiero: «I congressi del Pd? Un guazzabuglio»
CATANZARO «Mi hanno cercato in tanti, dalla Calabria e anche da Roma. Ma io in questo guazzabuglio dei congressi non ci entro». Non usa perifrasi Agazio Loiero per descrivere la situazione del Pd cal…

CATANZARO «Mi hanno cercato in tanti, dalla Calabria e anche da Roma. Ma io in questo guazzabuglio dei congressi non ci entro». Non usa perifrasi Agazio Loiero per descrivere la situazione del Pd calabrese. Tesseramenti gonfiati o bloccati, candidature ritirate, accuse e sospetti di brogli, cuperliani contro renziani e renziani contro altri renziani. Tra i democrat non c`è pace. Più che un partito pacificato, dopo tre anni di commissariamento, si assiste a una continua guerra tra bande che rende ancora più incerto il futuro. L`ex governatore, in un`intervista concessa a Il fatto quotidiano, mette sul piatto i problemi più stringenti e individua Matteo Renzi come unica risorsa per uscire dall`impasse. «È l`unico che può far vincere il centrosinistra – dice Loiero incalzato dalle domande di Luca De Carolis –. L`Italia è un paese di centrodestra, che perde solo quando si divide. Il Pd e Vendola da soli non possono vincere: Renzi invece appartiene a un`area che può attrarre tanti elettori, non solo la sinistra».
Loiero però non risparmia critiche a tutti quelli che sono stati fin troppo solleciti nel saliere sul carro dei vincitori: «E tanti di quelli che sono saliti vengono dall`area dei bersaniani». Quanto a lui, l`ex governatore conferma che sì, in molti lo hanno cercato: «Sono stato chiamato sia dall`area Renzi sia da quella di Cuperlo. Ho ricevuto molte telefonate dalla Calabria». E anche da parte dei dirigenti nazionali non è mancato l`interesse. Ma Loiero comunque si tira fuori e ammette di non sapere nemmeno se voterà alle primarie dell`8 dicembre. Il Pd è il regno delle fazioni, spiega l`ex ministro, alcune più attive di altre nel “raccattare” nuovi iscritti: «L`organizzazione del partito è sempre stata nelle mani degli ex Ds, e questo nelle primarie fa sempre la differenza. Poi nei singoli casi non so».
Loiero ricorda anche di essere stato tra i 45 fondatori del Pd: «Fui tra i 45 su precisa richiesta di Romano Prodi. Ma mi avevano promesso un altro partito: federale e con pari dignità per cattolici ed ex Ds. Me ne sono andato nel 2011 perché il Pd era tutt`altra cosa: Bersani strizzava l`occhio alla Lega Nord, mentre il partito calabrese era stato commissariato, sia a livello regionale sia nelle singole province: centralismo democratico puro. Sono comunque rimasto nel centrosinistra, con la mi a lista”Autonomie e diritti”, e sono convinto che ci siano tutte le condizioni per rivincere in Regione. Ma così il Pd non va da nessuna parte. Ed è un vero peccato».
Infine, Loiero conferma la sua intenzione di non ricandidarsi, nonostante l`assoluzione senza rinvio decretata dalla Cassazione, relativa al processo “Why not”: «Sto scrivendo un libro su 15 personaggi nazionali: mi diverto così». (0040)