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La solitudine dei numeri uno

LAMEZIA TERME Le chiamate sono partite dalla segreteria di Palazzo Alemanni a metà mattinata: «Buongiorno, il presidente Scopelliti vorrebbe incontrarla questo pomeriggio a Catanzaro per un confronto…

Pubblicato il: 07/11/2013 – 18:55
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La solitudine dei numeri uno

LAMEZIA TERME Le chiamate sono partite dalla segreteria di Palazzo Alemanni a metà mattinata: «Buongiorno, il presidente Scopelliti vorrebbe incontrarla questo pomeriggio a Catanzaro per un confronto sull`attuale situazione politica». Ma nessuno tra Alessandro Nicolò, Giuseppe Caputo, Salvatore Pacenza, Ennio Morrone, Gesuele Vilasi e Mario Magno ha risposto positivamente all`invito. Ognuno con motivazioni diverse ha fatto presente di non potere arrivare per quell`ora nel capoluogo. E così al governatore non è rimasto che prendere atto della situazione e scambiare qualche impressione con Gabriella Albano, altro consigliere regionale da annoverare nel fronte degli otto lealisti.
All`esponente forzista catanzarese Scopelliti ha ribadito la necessità di fare fronte comune attorno alla posizione di Angelino Alfano e degli innovatori. Chi stacca la spina al governo «tradisce l`Italia». Rispetto al documento della presidenza del partito su cui Fitto e Verdini stanno raccogliendo le firme, «non dovrà essere come alternativa», si è premurato di specificare Scopelliti durante il faccia a faccia. Nel senso che «anche chi ha già sottoscritto quello può firmare il nostro». La Albano non si è tuttavia lasciata convincere, ribadendo che lei rimane fedele al Cavaliere. Non servono menti sopraffine per capire che chi firmerà la mozione degli innovatori, di fatto, si assocerà alla richiesta di tenere in vita il governo Letta anche dopo il voto di decadenza di Berlusconi e che nella nuova Forza Italia dovranno trovare spazio non uno ma due (uno per corrente) coordinatori nazionali.
Fallito il tentativo con la Albano, al governatore non è rimasto che prendere atto che va ormai consolidandosi un fronte forzista all`interno della sua maggioranza. La cosa non potrà non avere ripercussioni politiche, soprattutto se a Roma la scissione tra lealisti e governisti dovesse diventare realtà.
Ma per capire bene cosa si muove all`interno del partito calabrese bisogna spostarsi a Roma dove questo pomeriggio, nella sede nazionale del partito, a piazza San Lorenzo in Lucina, Denis Verdini ha incontrato una delegazione calabrese di lealisti guidata dal parlamentare Pino Galati e di cui facevano parte i consiglieri regionali Ennio Morrone, Mario Magno, Salvatore Pacenza e Salvatore Bulzomì. Quest`ultimo, appena arrivato in consiglio regionale dopo le dimissioni di Stillitani, avrebbe manifestato entusiasmo per l`idea del Cavaliere di rimettere in vista la creatura politica che ha visto la luce nel 1994.
A Verdini tutti i calabresi avrebbero garantito «assoluta fedeltà» rispetto al documento partorito al termine dell`ufficio di presidenza del Pdl. «Noi siamo con Berlusconi – sarebbero state le parole usate da Galati e soci – e non intendiamo arretrare di un millimetro rispetto a chi tenta di far passare altre linee». Pallottoliere alla mano, i lealisti possono contare fino questo momento su 21 firme. Due in più rispetto a quelle raccolte dagli innovatori-governisti di Alfano e Scopelliti. Quattro sarebbero ancora coloro che non hanno preso una decisione. Ci sarà tempo fino a sabato 16, giorno in cui si riunirà a Roma il Consiglio nazionale del partito.
Certo è che la Calabria roccaforte “alfaniana” immaginata dal governatore, nei fatti, non esiste più.

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