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Le mani del clan sull`hotel Gianicolo Sigilli all`impero dei Mattiani

REGGIO CALABRIA Che Giuseppe Mattiani fosse un uomo vicino alla cosca Gallico, gli investigatori lo sospettavano almeno dall’inizio degli anni Novanta, quando il noto imprenditore, divenuto vicesinda…

Pubblicato il: 12/11/2013 – 15:06
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Le mani del clan sull`hotel Gianicolo Sigilli all`impero dei Mattiani

REGGIO CALABRIA Che Giuseppe Mattiani fosse un uomo vicino alla cosca Gallico, gli investigatori lo sospettavano almeno dall’inizio degli anni Novanta, quando il noto imprenditore, divenuto vicesindaco di Palmi, finì al centro di un procedimento poi archiviato perché sospettato di aver beneficiato dell’aiuto dei clan in campagna elettorale. Fino a questa mattina, la medesima carica era ricoperta dal nipote di Mattiani – ha comunicato le proprie dimissioni nel pomeriggio – per ordine della sezione Misure di prevenzione del tribunale della città calabrese dello Stretto sul patrimonio di famiglia sono arrivati i sigilli della Procura. Un impero del valore di 150 milioni di euro, composto da fabbricati, immobili, terreni edificabili e agricoli sparsi fra la Calabria, il Lazio e l’Emilia, ma soprattutto due hotel di lusso che per la famiglia significavano un continuo afflusso di liquidità, l’Arcobaleno di Palmi e l`hotel Gianicolo di Roma, collocato in uno dei quartieri più esclusivi e a maggiore densità turistica della Capitale. Sono queste le pietre angolari della fortuna dei Mattiani. Stando alle indagini, nei primi anni Novanta, l’hotel Arcobaleno, all’epoca semplice e modesto motel della periferia di Palmi, si trasforma in una società dal capitale miliardario, abilmente suddiviso tra i figli appena ventenni di Giuseppe Mattiani, in quote di circa 250 milioni di lire ciascuna. La nuova società, a fine anni Novanta e poco prima del Giubileo, opera un grande salto a livello finanziario: l’acquisto di un immobile a Roma – un monastero sito sul colle Gianicolo, a un passo dal Vaticano. «Già il primo di quegli investimenti – ha segnalato il capo della Dia reggina, il colonnello Ardizzone – non trova riscontro nella redditività dei soggetti investitori». La “pericolosità” dei noti imprenditori – affermano gli inquirenti – è oggettivamente tracciata dalle attività di reinvestimento di proventi non desumibili dai redditi dichiarati, e pertanto illeciti, e dall’infiltrazione perpetrata nel sistema finanziario. Adesso toccherà alle indagini, tuttora in corso, svelare se i soldi di quell’affare venissero dal caveau della cosca Gallico. «Al momento – ha affermato il procuratore capo Federico Cafiero de Raho – l’indagine dimostra la contiguità dei Mattiani ai Gallico, ma l’indagine, come ha detto il colonnello Ardizzone, è ancora in corso». A incastrare l’ex vicesindaco di Palmi non sono state solo le risultanze investigative emerse nel procedimento “Cosa Mia”, tantomeno le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Pasquale Gagliostro, ma anche le conversazioni di Giuseppe Gallico, intercettato dagli investigatori mentre era detenuto nel carcere di Secondigliano. Tutti elementi – ha voluto sottolineare il procuratore capo – che la Dia di Reggio e Roma hanno raccolto mettendo a frutto le indagini della squadra mobile della città calabrese dello Stretto e del commissariato di Palmi, e che – ha voluto sottolineare Cafiero de Raho – «i sostituti Giovanni Musarò e Annamaria Frustaci, hanno saputo coordinare reparti così lontani». Nonostante la storia giudiziaria del clan dei Gallico restituisca l’immagine di una cosca dal profilo quasi strettamente militare, il patrimonio dei Mattiani è solo l’ultima di una serie di fortune economiche e finanziarie finite sotto sequestro per ordine della magistratura perché i formali titolari sono stati riconosciuti contigui o vicini al clan di Palmi.
«Pensare che la famiglia Gallico si occupi solo di omicidi ed estorsioni è antistorico – ha chiarito Cafiero de Raho – ma è evidente che quel denaro accumulato grazie all’attività militare sia stato reinvestito e trasformato in occupazione economica di vari settori». Adesso toccherà alle indagini svelare quali siano e grazie a chi siano stati occupati. (0050)

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