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Pdl, corsa all’ultima firma

LAMEZIA TERME È guerra di numeri all’interno del Pdl in vista del consiglio nazionale di sabato. Innovatori contro lealisti, falchi in contrapposizione alle colombe. Pallottoliere alla mano, sono ore…

Pubblicato il: 14/11/2013 – 1:00
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Pdl, corsa all’ultima firma

LAMEZIA TERME È guerra di numeri all’interno del Pdl in vista del consiglio nazionale di sabato. Innovatori contro lealisti, falchi in contrapposizione alle colombe. Pallottoliere alla mano, sono ore di grandi fibrillazioni in entrambe le fazioni. Crocevia delle trattative è come sempre Roma. Nella Capitale, dove ieri sera Angelino Alfano ha riunito tutti i suoi fedelissimi, è arrivato anche Peppe Scopelliti. Il governatore calabrese è convinto di avere ancora dalla sua parte la maggioranza del partito e a chi gli chiede conto, va ripetendo che «il 62% dei consiglieri nazionali della Calabria ha firmato il documento degli innovatori».
«Numeri buttati lì a caso, siamo noi ad avere la maggioranza», ribattono i lealisti guidati da Pino Galati e Nino Foti. Secondo i numeri in loro possesso, sarebbero già 25 coloro che hanno firmato il documento che ribadisce la leadership di Berlusconi e in cui si prospetta di staccare la spina al governo in caso di voto positivo alla decadenza del Cavaliere da senatore. Due in più rispetto a quello degli “alfaniani-innovatori” (nel conteggio non sono ricompresi gli esponenti del movimento “Scopelliti Presidente” che pure il governatore vuole portare al consiglio nazionale), che invece vogliono tenere distinto il destino dall’esecutivo da quello personale dell’ex premier. Senza contare che più di uno avrebbe sottoscritto entrambi i documenti, generando un quadro ancora più confuso di quanto non lo sia già.
Tra le sorprese di queste ultime ore ci sarebbe l’adesione data al documento dei falchi capitanati da Denis Verdini dall’assessore regionale Giacomo Mancini (uno dei più stretti collaboratori di Scopelliti). Per un esponente della giunta regionale che può essere annoverato nel fronte dei lealisti, ce n’è un altro che invece è ben saldo alle posizioni di Alfano e degli altri innovatori: si tratta dell’ex sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena. Non mancano nemmeno gli indecisi come Gianpaolo Chiappetta e Lella Golfo, che ancora non hanno scelto da che parte stare. Per il resto, le posizioni sono definite. Sulla linea dei lealisti ci sarebbero otto consiglieri regionali (a cui va aggiunta la new entry Salvatore Bulzomì che non parteciperà al consiglio nazionale del Pdl): Nicolò, Vilasi, Caputo, Morrone, Magno, Tallini, Pacenza e Albano. Il resto del gruppo pidiellino (Gentile, Stasi, Fedele, Orsomarso, Minasi, Salerno) sarebbe con Scopelliti e, dunque, con il titolare dell’attuale titolare del Viminale. Residua la posizione di Giovanni Nucera che, in linea con i dettami di Carlo Giovanardi, è contrario al passaggio in Forza Italia e lavora al mantenimento in vita del Pdl.
In quadro così in evoluzione emerge la presa di posizione di Paolo Naccarato. Il senatore governista, che ieri ha preso parte al summit degli alfaniani pur non avendo diritto di participare al Cn pidiellino, suggerisce a Berlusconi di rinviare «motu proprio il consiglio nazionale». Ipotesi difficile da realizzare perché una cancellazione dell’appuntamento in agenda per sabato 16 non ci sarà. Da qui a dire che il dado è tratto, però, ce ne corre. «Dovrà essere una festa, la festa di Berlusconi», continua a ripetere Alfano. A giudicare i commenti dei tanti colonnelli, l’happening ha tutte le sembianze di un redde rationem. (0090)

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