Parassiti nella pasta, sequestro dell`Asp
CATANZARO Un provvedimento di sequestro di pasta e quattro casi di intossicazione alimentare: giro di vite dell`Asp di Catanzaro su gravi esempi di mal conservazione di alimenti. Episodi che hanno ri…

CATANZARO Un provvedimento di sequestro di pasta e quattro casi di intossicazione alimentare: giro di vite dell`Asp di Catanzaro su gravi esempi di mal conservazione di alimenti. Episodi che hanno richiesto l’immediato intervento dei tecnici della prevenzione dell`Unità operativa di igiene degli alimenti e della nutrizione dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, diretta da Francesco Faragò. I tecnici, durante l`attività ispettiva di routine finalizzata a garantire il mantenimento di standard igienico-sanitari elevati da parte degli operatori del settore alimentare, hanno dovuto affrontare e risolvere queste due urgenze.
Nel caso della pasta sequestrata, hanno registrato un`evidente invasione di parassiti: la pasta, di varie marche, era invasa da parassiti e precisamente dal punteruolo della pasta. L’intervento ha interessato un supermercato di Catanzaro dopo una segnalazione fatta da un consumatore. I tecnici della Prevenzione intervenuti (Maurizio Daniele, Giuseppe Gridà, Filippo Longo, Alfredo Morgione e Giuseppe Sirianni) si sono trovati di fronte a uno “spettacolo” indescrivibile. Immediato è stato il sequestro dei prodotti contaminati e i contestuali provvedimenti, previsti dalla normativa vigente, a tutela del consumatore. Per evitare la diffusione della contaminazione, tutti i prodotti infestati sono stati immediatamente spostati in un altro locale e posti sotto sequestro. Da lì saranno trasferiti per la successiva distruzione nella discarica per rifiuti solidi urbani.
Il focolaio della intossicazione alimentare, invece, ha interessato quattro persone, due delle quali in gravi condizioni di salute, tanto da richiedere il ricovero nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale Pugliese di Catanzaro: l’episodio si è verificato nel territorio soveratese, dopo un pasto consumato in un ristorante della zona. Dopo un breve intervallo di tempo, due dei commensali hanno accusato un grave malore che, via via, si è manifestato nella sua gravità e ha richiesto l`intervento medico. Il tutto è partito in seguito ad una denuncia pervenuta ai carabinieri di Soverato che si sono subito attivati nel richiedere l’intervento tecnico dei Nas e, poi, dei servizi deputati al controllo ufficiale dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. Immediatamente è stata avviata una indagine epidemiologica da parte dello stesso Faragò, che – sulla base dei dati raccolti in precedenza e della intervista ai pazienti – ha concentrato l’attenzione e avanzato il sospetto sul pesce consumato (pescespada) quale causa del focolaio epidemico. Per avere la conferma sulla causa e per chiarire, inoltre, tutti gli aspetti della vicenda, partendo dall’alimento sospetto, sono state poi svolte le indagini successive, portate avanti dai tecnici della prevenzione del Servizio igiene alimenti e nutrizione, gli ispettori Franco Carnovale e Luigi Zofrea, da Natalino De Gori, dirigente del servizio veterinario Area B, e dai Nas del nucleo di Catanzaro. Dopo alcuni giorni di ricovero, le condizioni dei pazienti sono migliorate. Sul versante delle indagini, si rimane in attesa dei riscontri analitici per la conferma eziologica. Il focolaio in questione, comunque, è stato inquadrato dal direttore dell’Unità operativa come sindrome sgombroide, una intossicazione alimentare la cui causa diretta è rappresentata dalla istamina e può interessare il tonno ma anche altre specie di pesce quali sgombri, pesce azzurro etc., quando sono in cattivo stato di conservazione. (0070)