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"SIPARIO" | I sindaci degli Iamonte

MELITO PORTO SALVO «Il monopolio esercitato sia da Iaria Giuseppe che da Costantino Gesualdo, padroni incontrastati della scena politica della città di Melito di Porto Salvo, è da attribuire al legam…

Pubblicato il: 20/11/2013 – 22:13
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"SIPARIO" | I sindaci degli Iamonte

MELITO PORTO SALVO «Il monopolio esercitato sia da Iaria Giuseppe che da Costantino Gesualdo, padroni incontrastati della scena politica della città di Melito di Porto Salvo, è da attribuire al legame che essi hanno stretto con la cosca Iamonte che ne ha sostenuto l`elezione nel corso delle varie competizioni elettorali». Nonostante il gip Cinzia Barillà non abbia avallato la contestazione del concorso esterno in associazione mafiosa chiesta dalla Procura per l’ex sindaco di Melito, il quadro che emerge dall’ordinanza a sua firma è sconcertante. Per tre volte sindaco di Melito, rieletto anche in seguito allo scioglimento dell’amministrazione per infiltrazioni mafiose, Giuseppe Iaria era un uomo a disposizione del clan Iamonte. Una circostanza già emersa – anche se non pienamente sviluppata – nell’inchiesta “Ada” e costata all’ex sindaco un avviso di garanzia, ma  confermata in pieno anche dalle dichiarazioni del nuovo pentito Giuseppe Ambrogio, finite alla base dell’operazione “Sipario”, che oggi ha portato all’arresto dell’ex amministratore e di altre 11 persone.  Appartenente alla cosiddetta società minore, ma ugualmente in grado di ricostruire con precisione organigramma e affari del clan Iamonte, Ambrogio si è rivelato prezioso per gli inquirenti, che grazie a lui sono stati in grado di meglio delineare ruolo, mansione e peso specifico dei singoli affiliati, ma soprattutto la capacità del clan di infettare le istituzioni.

IL SINDACO AMICO DEI CLAN
«So che Giuseppe Iaria era molto legato a Giovanni Tripodi detto “il vecchio”. So che spesso mangiavano frittole insieme. Giovanni Tripodi mi ebbe a dire che Giuseppe laria aveva amicizie influenti a Roma e che era un grande massone. So che nel corso della campagna elettorale per le comunali del 2007 si è tenuta una “mangiata” a Lacco ma non ricordo il posto preciso, alla quale hanno partecipato Tripodi Giovanni “il vecchio”, Quinto Rosaci, Guerriera Giuseppe, Antonino Tripodi “barrista”, Iaria Giuseppe l`ex  Sindaco  e Gesualdo Costantino». Il “vecchio” Giovanni Tripodi non è un imprenditore qualunque a Melito. Stando a quanto emerso nelle indagini della Dda reggina, nonostante non avesse incarico alcuno, Tripodi era infatti il vero Assessore ai Lavori pubblici in quota Iamonte, cui spettava il compito di assegnare gli appalti agli imprenditori compiacenti, sulla scorta delle direttive impartite dal reggente Remingo Iamonte, provvedendo al tempo stesso a redistribuire i proventi illeciti tra gli affiliati. Un uomo importante, le cui parole avevano un peso. «Tripodi ci disse che in questa occasione erano stati garantiti ai due uomini politici i voti del Lacco, in particolare a Iaria, dal momento che si sapeva che la candidatura di Costantino serviva per “fare numero”; si garantivano i voti del Lacco grazie anche alla presenza di Rosaci Quinto che era il “responsabile” in termini `ndranghetistici della c.da Lacco; non so se era presente qualche lamonte, non mi è stato detto».  
Il clan voleva Iaria a capo dell’amministrazione, tanto da passare l’ordine a tutti suoi affiliati. Ma Iaria non era l’unico destinatario delle attenzioni dei iamonte. È sempre Ambrogio a spiegare infatti che «nella riunione a Prunella di cui ho parlato la volta scorsa, quella in cui Remingo Iamonte ci disse di appoggiare la candidatura di Costantino Gesualdo, ricordo che Remingo ebbe a fare soltanto una battuta sul candidato sindaco Iaria, dicendo che ovviamente era a tutti notorio che Costantino si presentava alle elezioni a sostegno di Iaria, riferimento dal quale ho capito che l`organizzazione appoggiava anche la candidatura a sindaco di Iaria, cosa peraltro risaputa».
Un sostegno di certo basato non sulla comunanza di idee politiche, ma – spiegava un anno fa l’indagine “Ada” e conferma oggi l’operazione “Sipario”  – su un altro e ben più remunerativo tipo di convergenza. «Il motivo per cui l`organizzazione appoggiava questi due uomini politici, per come mi è stato spiegato, era dovuto al fatto che, per qualunque bisogno, loro sarebbero poi stati a disposizione; in pratica lo stesso discorso che ci fu fatto per Costantino alla riunione di Prunella valeva anche per !aria, soltanto che per il primo Rerningo Iamonte spese più parole, mentre per il secondo si limitò ad una battuta; d`altra parte, se Iaria non fosse stato gradito all`organizzazione questa non avrebbe permesso a Costantino di candidarsi nella sua lista, ma Io avrebbe fatto presentare in appoggio ad un altro sindaco».

LE REGIONALI DEL 2005
Ma le elezioni comunali non sono stato l’unico appuntamento elettorale in occasione del quale Iaria ha beneficiato del supporto del clan. «In precedenza anche Antonio Meduri – dice Ambrogio ai pm – mi aveva chiesto di votare per Iaria, quando non ero ancora affiliato, credo si trattasse delle elezioni regionali; lui non voleva creare dissapori con un suo cugino Giuseppe Meduri – che pure cercava voti non so se per se stesso o per altri – quindi non manifesta va apertamente questo suo appoggio a Iaria, ma lo appoggiava perché glielo diceva la famiglia Iamonte. In effetti io feci questa cortesia a Meduri ed ho votato laria». Era il 2005 e Iaria correva sotto le insegne di Democratici di sinistra. Nonostante l’impegno profuso e i 3.692 voti raggranellati – di cui 1.584 solo a Melito e 378 a Montebello Jonico, zone di influenza del clan – l’eterno sindaco di Melito rimane fuori dall’assemblea regionale. Eppure per la campagna elettorale aveva potuto contare su personaggi di peso del clan come Giuseppe Prestopino, uno dei luogotenenti dei Iamonte, che non solo ha lavorato per portare consensi e voti al mulino dell’aspirante consigliere regionale, ma veniva informato in tempo reale dei risultati dei seggi. Risultati che ancor prima che con il diretto interessato commentava con Bartolo Iamonte.

LE PROVINCIALI 2006 E LE COMUNALI 2007
Ma se l’operazione “Ada” già un anno fa ha raccontato l’impegno profuso dal clan perché Gesualdo Costantino venisse nominato vicepresidente della giunta provinciale con delega alle Politiche del personale e sindacali, Società partecipate e Trasporti nonostante non fosse neanche stato candidato alle Provinciali,  oggi l’operazione “Sipario” che ne è la perfetta continuazione aggiunge qualche tessera al puzzle delle Comunali dell’anno successivo, quando lo stesso Costantino  è chiamato a “sostituire” Iaria. L’accesso del 2007, nonostante una pesantissima relazione dei prefetti incaricati, si è concluso senza uno scioglimento, ma al vertice è necessario un avvicendamento. Iaria ha raggiunto il limite dei tre mandati  e per volere dei Iamonte è Costantino a ereditare il testimone di sindaco, mentre l’ex primo cittadino si deve accontentare della carica di vice. Un ticket voluto dal clan, che per l’elezione dei due si impegna sguinzagliando anche i suoi “giovanotti” , come il nuovo pentito Giuseppe Ambrogio, ai seggi.  «Il sostegno che la cosca Iamonte ha garantito ad alcuni candidati, e nello specifico a iaria Giuseppe e Costantino Gesualdo, è finalizzato al perseguimento degli scopi illeciti della medesima cosca: le indagini in corso – è la conclusione lapidaria del pm nella richiesta – hanno consentito di appurare come ciascuno dei due, limitatamente al proprio ambito di competenza, sia stato chiamato al momento opportuno a rendere i servigi alla cosca».

I DUBBI DEL GIP
Un’affermazione perentoria che però non convince il gip Barillà che a carico di Iaria ravvisa «l`assenza di elementi diretti che facciano ritenere accettato e stipulato il pactum sceleris con l`associazione di stampo mafioso dominante nel territorio. Per il gip, «la moneta di scambio utilizzata da Iaria nel corso dei suoi mandati elettorali è costituita dal pieno asservimento dell`istituzione comunale agli interessi della cosca e nella fattispecie delle imprese di costruzione e movimento terra riconducibili ad essa e gestiti da Tripodi Giovan ni», ma questo non basterebbe a provare l’esistenza di un accordo. lo stesso giudice sottolinea che «risulta confermato che lo laria non solo non abbia disdegnato l`appoggio elettorale della cosca egemone locale già dalle elezioni amministrative regionali del 2005 in poi sino alle comunali del maggio 2007, con il ricorso ad un metodo tanto usuale quanto consolidato nelle realtà territoriali locali ed a alta densità mafiosa qual è l`inserimento nelle file della propria schiera di candidati (nelle liste di appoggio alla candidatura a sindaco) di un “personaggio” certamente “gradito” o “imposto” dal gruppo mafioso egemone locale, in grado di fare convergere o convogliare i voti della criminalità organizzata su sé e sulla propria parte politica (al fine di costruirne pian piano lo spessore “elettorale” del medesimo personaggio, alle volte outsider nel panorama amministrativo locale, in vista di sempre maggiori e successivi prestigiosi incarichi), ma anche sulla corrente di sostegno al candidato sindaco del momento, il quale consapevolmente non disdegna il pactum sceleris inserendo il personaggio “inedito” nell`entourage di appartenenza per locupletare la forza di voti su costui canaIizzata dalla mafia». È dunque in questo senso che va letta la candidatura dell’uomo di punta del clan Iamonte, Gesualdo Costantino, in appoggio al sindaco Iaria, per  il collaboratore tanto vicino alla consorteria che «è come se si portasse direttamente Iamonte Remingo». Un’interpretazione delle condotte di Iaria che salva l’eterno sindaco di Melito dalla pesantissima contestazione di concorso esterno in associazione mafiosa che la Procura aveva chiesto. (0040)

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