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L`ombra della `ndrangheta sulla leghista Verona

VERONA Un`azienda in odor di `ndrangheta mette in imbarazzo la leghista Verona e la sua politica. Succede dopo le dimissioni del vicesindaco della città, Vito Giacino, accusato di corruzione insieme…

Pubblicato il: 23/11/2013 – 11:19
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L`ombra della `ndrangheta sulla leghista Verona

VERONA Un`azienda in odor di `ndrangheta mette in imbarazzo la leghista Verona e la sua politica. Succede dopo le dimissioni del vicesindaco della città, Vito Giacino, accusato di corruzione insieme alla consorte. Al centro dell`affaire c`è un attico in una delle zone più esclusive del centro veneto, borgo Trento: un appartamento che sarebbe costato, fra acquisto e ristrutturazione, circa 1,7 milioni di euro. Troppi, per una coppia il cui reddito era agiato sì, ma non così elevato. Da qui l`accusa di corruzione. Ma c`è di più, perché i lavori per il restyling dell`immobile sono stati eseguiti – secondo quanto riporta il Fatto quotidiano – dalla Soveco spa, una ditta con più di un miliardo di euro nel portafogli ordini: un parcheggio interrato, il traforo delle Torricelle, un ponte, il progetto del filobus e molto altro ancora. Quasi appalti assegnati dal Comune. I guai spuntano quando qualcuno va a vedere chi sono gli azionisti della società. Due in tutto, con il 50 per cento di quote ciascuno. Uno dei due è Sabina Colturato, ex moglie di Antonino Papalia, «legato alla `ndrangheta della cosca Vrenna di Crotone», si legge in una informativa. E secondo gli investigatori i due sarebbero ancora insieme. Papalia è noto alle forze dell`ordine: era stato arrestato – sempre secondo il racconto del Fatto – alla fine degli anni 80 per aver creato nel veronese un arsenale per la produzione di esplosivi destinati a rifornire la ‘ndrangheta. Le sei pagine di informativa stilata dagli inquirenti traccia gli intrecci della Soveco con Verona e la malavita. La signora sarebbe, dunque, «un prestanome», scrivono gli inquirenti.
L`amministratore della Soveco smonta le accuse: per lui Papalia è «un normale dipendente, che si occupa delle maestranze», ma la Polizia tributaria di Verona – in una nota del 2007 – scrive che si tratta di un «socio occulto». E poi spuntano «due operazioni finanziarie sospette», in cui l`uomo avrebbe «percepito proventi classificati come redditi diversi pari ad euro 402.012». E anche una lucrosa attività imprenditoriale in Romania. Più denunce dall’autorità giudiziaria per i reati di riciclaggio ed evasione fiscale. Una bella grana per Flavio Tosi, il sindaco della città lanciato verso la rincorsa al vertice della Lega. (0020)

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