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MALTEMPO | A Catanzaro i danni si potevano prevedere

CATANZARO A Catanzaro si poteva prevedere. Anzi, era già stato previsto. Il maltempo dei giorni scorsi si è portato dietro danni milionari e molte dichiarazioni: tutte puntate sull`impossibilità di a…

Pubblicato il: 25/11/2013 – 16:19
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MALTEMPO | A Catanzaro i danni si potevano prevedere

CATANZARO A Catanzaro si poteva prevedere. Anzi, era già stato previsto. Il maltempo dei giorni scorsi si è portato dietro danni milionari e molte dichiarazioni: tutte puntate sull`impossibilità di arginare la furia dell`acqua. Un esercizio molto in voga davanti ai guasti causati dalle piogge, che si trasformano in «bombe d`acqua» ed «eventi eccezionali». Un po` perché, effettivamente, lo sono. Un po` perché anche il lessico aiuta a scaricare una quota di responsabilità.
In provincia di Catanzaro – la più colpita dagli eventi atmosferici –, molte delle situazioni di rischio erano conosciute. Ed erano state segnalate in una nota inviata dalla Gisa (Gruppo italiano salvaguardia ambientale) a una serie di destinatari, istituzionali e no, tra i quali la Prefettura, l`amministrazione provinciale e il dipartimento regionale della Protezione civile. La lettera, pubblicata sul blog di un consigliere comunale di Sel a Catanzaro, Antonio Giglio, porta la data del 28 novembre 2012. Quasi un anno fa: un altro anno di inerzia per la tutela del territorio.
Erano i giorni in cui si preparava lo svuotamento del lago del Passante e i volontari dell`associazione partecipavano a un esercitazione collegata a quell`attività. L`8 novembre la prima operazione preliminare: il monitoraggio del fiume Alli fino alla foce. Un momento importante, perché avrebbe dovuto preparare la popolazione all`aumento della portata d`acqua nei giorni dello svaso.
Da quel monitoraggio, i volontari avevano tratto una conclusione subito segnalata alle autorità: «Il fiume è molto a rischio poiché vi sono numerose discariche abusive, eccessiva vegetazione agli argini e nel letto del fiume che, tra l`altro, in molti punti manca di briglie adeguate». Alcune di esse erano «totalmente disfatte». Quali le possibili conseguenze di queste anomalie? «Uno o più di questi fattori di rischio – scrivevano i volontari – potrebbe causare, durante una piena, l`ostruzione del corso del fiume, generando i relativi danni che ciò comporterebbe, visto il generale dissesto idrogeologico che caratterizza le nostre zone».
C`è di peggio. Due giorni dopo, l`esercitazione avrebbe dovuto continuare con il monitoraggio del fiume alla portata massima. Niente da fare: una comunicazione imprevista della Sorical alla Prefettura di Catanzaro «impediva ad A2A (la società che gestisce la diga del Passante e altri bacini calabresi, ndr) di rilasciare la portata stabilita. La motivazione che ci è stata riferita è che le loro condotte non avrebbero potuto sopportare tale portata».
Entrambi gli elementi che hanno messo in ginocchio il Catanzarese si erano già manifestati (anche se solo potenzialmente) nel 2012: le condizioni pessime dell`Alli e quelle altrettanto insufficienti del sistema acquedottistico. Per i volontari della Gisa, la preoccupazione era che «nell`eventualità si verifichi una calamità naturale, le condotte non idonee aggraverebbero l`emergenza». Dall`analisi alla proposta: «Riteniamo che gli interventi più rapidi e attuabili nell`immediato siano la ricostruzione delle briglie e la rimozione della vegetazione e delle discariche abusive».
Tutto il rischio era stato messo nero su bianco, un anno fa. Forse si poteva prevedere. (0020)

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