Archi-Astrea, revocati i domiciliari ad Antonio Lavilla
REGGIO CALABRIA Nonostante il parere negativo della Procura, cade anche la misura degli arresti domiciliari per Antonio Lavilla, uno dei principali imputati del processo Archi-Astrea. Su istanza dell…

REGGIO CALABRIA Nonostante il parere negativo della Procura, cade anche la misura degli arresti domiciliari per Antonio Lavilla, uno dei principali imputati del processo Archi-Astrea. Su istanza dell’avvocato Lorenzo Gatto, il Tribunale di Reggio Calabria, presieduto da Giuseppe Campagna, con a latere Alberto Romeo e Filippo Aragona, ha revocato la misura degli arresti domiciliari, sostituendola con quella della firma giornaliera. Per i giudici infatti, il tempo trascorso dalla contestazione dei fatti e dall`emissione della misura di custodia cautelare è sufficiente per ritenere scemata la pericolosità sociale di Lavilla, dunque il periodo di inquinamento probatorio. Tutti argomenti puntualizzati dall’avvocato Lorenzo Gatto, che nella sua istanza ha sottolineato anche l’importanza dell’audizione di Walter Filianoti, figlio del broker Giovanni, freddato a pochi passi da casa da una mano ancora sconosciuta il 1° febbraio del 2008, chiamato come teste a discarico dei fratelli Lavilla. Un’audizione che per il penalista reggino ha totalmente scagionato il proprio assistito, Antonio Lavilla, ma cui il pm Giuseppe Lombardo deve dare una lettura decisamente diversa, se è vero che ha seccamente bocciato l’istanza di revoca della misura cautelare. Un`indicazione che però non sembra aver convinto il Tribunale, che ha ritenuto valide le argomentazioni difensive, disponendo l`immediata revoca degli arresti domiciliari.
Arrestato insieme al fratello Maurizio per intestazione fittizia di beni aggravata dalle modalità mafiose, Antonio Lavilla era stato coinvolto nel novembre 2011 nell’ambito dell’operazione Astrea. Per gli inquirenti, insieme al fratello si sarebbe reso disponibile a fare da prestanome al suocero Giovanni Tegano per la società Sica, una delle ditte che si avvicenderà nella compagine societaria della Multiservizi. Nel giugno scorso, il Tribunale della Libertà in sede di Appello, aveva già disposto la revoca della misura di custodia in carcere, sostituendola con gli arresti domiciliari.