Monta il malcontento nel Pd catanzarese
CATANZARO Lo svolgimento delle primarie dell’8 dicembre e la situazione determinatasi a seguito della celebrazione del congresso provinciale di Catanzaro sono stati gli argomenti principali della rif…

CATANZARO Lo svolgimento delle primarie dell’8 dicembre e la situazione determinatasi a seguito della celebrazione del congresso provinciale di Catanzaro sono stati gli argomenti principali della riflessione comune degli amici di Azione Democratica, di Enrico Letta, di Areadem, di Matteo Renzi, di Gianni Cuperlo. «I presenti hanno ribadito, unitariamente, – si legge in un documento – la spinta comune ed unitaria che ha caratterizzato tutta la fase congressuale provinciale che costituirà, per il prosieguo, il terreno fertile sul quale continuare l’impegno, con più capacità partecipativa, per meglio rappresentare le istanze dei territori collegando intimamente il destino del Partito democratico alle comunità locali anche attraverso l’impegno operoso nelle amministrazioni locali ed il rafforzamento del gruppo dirigente emerso nettamente con le assemblee congressuali nei circoli della provincia che è, già oggi, patrimonio indispensabile per rilanciare definitivamente il Pd nella nostra provincia».
In questo senso la pronuncia, ormai prossima e definitiva, della commissione nazionale per il congresso, rappresenta una «fase di passaggio che, in ogni caso, non sminuisce il valore straordinario e senza precedenti, conseguito dai candidati alla segreteria provinciale che si sono contrapposti, al sistema di potere rappresentato dai tre consiglieri regionali e da vecchi ed obsoleti spezzoni di potere solo ed esclusivamente, con la qualità del convincimento, della partecipazione e della trasparenza e conseguendo una vittoria, tanto bella quanto inaspettata, che a nessuno sarà consentito di sminuire e, tantomeno, di vanificare attraverso l’uso burocratico del sistema del “funzionariato” e la serena e fiduciosa attesa altro non vuole essere che la riaffermazione che il rispetto delle regole non può essere calpestate né da compensazioni politiche né da calcoli da retrobottega che non potrebbero che incontrare la resistenza in ogni sede possibile e senza escludere azioni clamorose per difendere il sacrosanto volere degli iscritti della provincia di Catanzaro di farsi rappresentare, almeno a livello locale, da persone credibili, spendibili e inattaccabili».
In vista delle primarie di dicembre per la scelta del segretario nazionale è stato lanciato un appello per una «partecipazione forte e massiccia dei cittadini,degli elettori e degli iscritti che contribuisca a rafforzare lo strumento di scelta dal basso senza non sottolineare, denunciandola con forza, l’insipienza, la rozzezza, ed anche le logiche chiaramente feudali e familistiche se non familiari, di vecchia e decrepita cooptazione burocratica e verticistica infarcita da trasformismi, che sono stati utilizzati per la formazione delle liste dell’assemblea nazionale i cui meccanismi, nel nostro collegio di Catanzaro e Crotone, hanno finito per confermare, ancora una volta, l’esistenza e la intollerabile presenza invasiva di “capibastone”, alcuni dei quali senza alcun merito catapultati dall’alto e per calcoli estranei al nostro territorio, che ritengono di utilizzare le proposte politiche, comunque alte e significative sul piano nazionale, di Renzi e Cuperlo per costruire nuovi fortilizi di potere e nuove rendite clientelari ed autoconservative e senza alcun collegamento con le espressioni territoriali e che non serviranno,come non sono servite fino ad oggi, per contrastare Scopelliti ed il suo governo regionale da tempo senza contrasto alcuno soprattutto per la chiara responsabilità dei livelli di rappresentanza istituzionale piegati al consociativismo ed alla propria sopravvivenza politica. La disponibilità per una ricerca spasmodica dell’unità non deve rappresentare un segnale di cedimento o di debolezza, ma la consapevolezza della volontà di costruire un percorso condiviso per la rigenerazione di un partito stremato che ha vissuto momenti di lacerazione e di mortificazione». (0030)