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«Ho detto "no" alla logica dell`uomo solo al comando»

Riceviamo e pubblichiamo: Egregio direttore del Corriere della Calabria, dottor Paolo Pollichieni, ho letto con profondo stupore il Suo editoriale di ieri e ne ho tratto il convincimento che non si…

Pubblicato il: 03/12/2013 – 14:59
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«Ho detto "no" alla logica dell`uomo solo al comando»

Riceviamo e pubblichiamo:

Egregio direttore del Corriere della Calabria, dottor Paolo Pollichieni,
ho letto con profondo stupore il Suo editoriale di ieri e ne ho tratto il convincimento che non si addica ad un giornalista di profonda e consolidata esperienza professionale.
Ciò nondimeno, ed al fine di evitare non voluti fraintendimenti, attingo alla consueta cordialità per invitarLa ad astenersi, nei miei personali confronti, da qualsivoglia abusiva interpretazione del mio pensiero, che era e rimane proteso ad una libera, autonoma manifestazione orientata ad un dibattito foriero, per la politica, di soluzioni e proposte.
La fase storica che il Paese sta vivendo impone l`etica della responsabilità e di un sereno dibattito su intese chiare, allargate e comprensive della plurale anima italiana, che possa finalmente vedere, se non esaltata, almeno valorizzata e degnamente rappresentata l`imprescindibile componente meridionale con il contributo essenziale di una rinnovata identità calabrese.
Su questi temi non vedo quali distanze meritino di esser prese, anzi, per dirla tutta, a me pare vero il contrario, nel senso che occorre aprire un confronto con tutte le forze che si sentono chiamate in causa ad una domanda di futuro, innovazione e progresso.
Né la posizione di un Tallini, né le primarie all`interno di partiti, nel momento in cui viene messo in discussione il livello di tenuta democratica del nostro sistema nazionale, devono esporre al rischio di esser lette alla stregua di volontà di eludere la capacità di risposta ai bisogni della gente, la quale, notoriamente, non corre dietro schematiche e provvisorie interpretazioni di dialettiche di coalizione all`evidenza ipotecate nel profondo da una legge elettorale da archiviare prontamente e con decisione.
Nella sostanza, il mio era ed intende rimanere un invito a tutte le forze politiche della coalizione ad un dibattito fecondo che possa rivelarsi fonte di soluzione ai tanti problemi della gente, ed in questa direzione trovo opportuna e lucida una filosofia orientale che, proprio ieri, un simbolo dell’intelligente operosità nazionale, Oscar di Montigny, richiamava nel suo interessantissimo blog.
Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, essi valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell`oro, mossi da una convinzione radicata nella loro culturale secolare: quando qualcosa che ha una storia subisce una ferita, la storia di quella cosa deve diventare più bella, sia nella sua forma che nella sua sostanza.
Bando alla nostalgia, comprenderà, caro direttore, quanta necessità esista di prendere le distanze dalla inadeguatezza insita in quegli schemi politici che si ostinano a porre al centro l’Uomo solo per indulgere all’idolatria o per farne bersaglio, non già per soccorrerne e migliorarne la triste e preoccupante condizione attuale.
Non intendo, su queste basi, abbandonarmi al sin troppo agevole esercizio di considerare come titolo di merito la  promozione a “principe dei manganellatori mediatici” conseguita presso l’opinione di un settimanale le cui colonne sono state erette, sin dal giugno 2010, con la chiara e forse pregiudiziale finalità di porsi in antitesi rispetto ad una amministrazione regionale appena consegnata dalle urne, ma già orientata ad un netto e deciso superamento di dannosi retaggi culturali del passato. Preferisco, invece, aver fiducia che ciascuno assicuri un generoso contributo alla vita democratica dell’Italia, e che rimanga esaltato in positivo il ruolo di rilevantissima importanza dell’Informazione, oggi forse eccessivamente compresso in una dimensione di randello mediatico. Nel ringraziarLa per l’attenzione e lo spazio che, non ho dubbi, vorrà assicurare alla mia idea, oggi compiutamente espressa, formulo l`auspicio di ulteriori e propositivi momenti di confronto, rinnovandoLe i sensi della mia più viva cordialità.
Oreste Romeo
Coordinatore del movimento “Scopelliti Presidente” in provincia di Reggio Calabria

***
Non avendo, colpa mia, compreso granché del suo scritto, se non che con esso intende meglio spiegare le ragioni per cui ha definito il suo (ex) compagno di partito Domenico Tallini un «vassallo» per vocazione e un «normale politico» per bisogno, lascio allora a Tallini il compito di decifrare al meglio la sua nota. Un dubbio: sta cercando, per caso, un`aulica retromarcia? (Pa. Po.)

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