Primarie Pd, Minniti "sicuro" del posto
Meno uno alle primarie, ma c`è già chi può contare su un posto in assemblea comunque vadano le cose. Quando mancano meno di 24 ore all`apertura dei gazebo, la commissione per il congresso del Pd mett…

Meno uno alle primarie, ma c`è già chi può contare su un posto in assemblea comunque vadano le cose. Quando mancano meno di 24 ore all`apertura dei gazebo, la commissione per il congresso del Pd mette a punto e vota una delibera che definisce i membri di diritto: c`è il presidente del consiglio Enrico Letta, ci sono gli ex segretari nazionali, ma anche i ministri e il sottosegretario ai Servizi di sicurezza. Insomma, mentre i candidati si preparano alla battaglia finale, una quota dell`assemblea è già prenotata sulla base di un accordo tra i rappresentanti dei candidati stessi. Il tutto in base a una delibera, la numero 60, votata online dai membri della commissione. Questo il testo: «La commissione nazionale per l`elezione del segretario e dell`assemblea nazionale, riunitasi il 22 novembre 2013, in analogia a quanto assunto dall`assemblea nazionale il 7 novembre 2009 riguardo la composizione della direzione nazionale; in attuazione dell`articolo 8 comma tre dello statuto laddove recita l`assemblea nazionale, prima di procedere alla elezione della direzione nazionale determina gli ulteriori componenti di diritto in relazione ai ruoli istituzionali assolti dal Partito a livello nazionale e locale nella legislatura in corso»; propone che siano componenti di diritto dell`assemblea nazionale a modifica dello Statuto stesso: gli ex segretari nazionali del Pd; il presidente del Consiglio dei ministri (Enrico Letta); i ministri Pd in carica; la commissione nazionale di garanzia uscente; il segretario nazionale dei Giovani Democratici; il dirigente del settore organizzazione (Donato Riserbato).
Entrano così in assemblea, senza passare dalle primarie, i ministri renziani Dario Franceschini e Graziano Delrio, il “tecnico democratico” Carlo Trigilia, Cecile Kyenge, i cuperliani Flavio Zanonato, Andrea Orlando, Massimo Bray, e la lettiana Maria Chiara Carrozza. Oltre a questi uno dei due sottosegretari Pd alla presidenza del Consiglio, quello con delega ai servizi segreti Marco Minniti (mentre resta fuori l`altro, Giovanni Legnini), che dovrebbe sostenere la corsa alla leadership del partito di Matteo Renzi.
La decisione è di quelle destinate a suscitare polemiche. La norma “salva ministri” entra in contraddizione con lo svolgimento delle primarie? Dura la reazione degli ex popolari. Il calabrese Luigi Madeo, membro della commissione congresso vicino a Beppe Fioroni si chiede «perché i ministri siano stati tenuti fuori dalle primarie. E perché è stato scelto un solo sottosegretario? Altro che primarie, qui siamo alla lottizzazione bella e buona, con scelte ad personam», spiega il giovane dirigente democrat. (0030)