REGGIO CALABRIA «Il trasferimento imposto senza alcun apparente motivo al prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli, ha suscitato, per come era ampiamente prevedibile, una serie di riflessioni e di polemiche che hanno un fondamento quantomeno considerando le modalità e i tempi in cui lo stesso è avvenuto». È quanto afferma in una nota Elio Belcastro, ex parlamentare di Noi Sud, che rende noto di aver inviato una lettera al capo dello Stato Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio Enrico Letta. «Come tutti sanno – prosegue Belcastro – la città di Reggio Calabria ha vissuto, non senza rincrescimento, lo scioglimento del consiglio comunale per “contiguità con la `ndrangheta” e note sono anche le divergenze di opinioni, per voler usare un eufemismo, e manifestate in più occasioni, fra il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti, il vero “dominus” della politica in riva allo Stretto e lo stesso prefetto Piscitelli che ha adempiuto mirabilmente al proprio dovere e per il quale rimane incomprensibile un trasferimento dopo solo sedici mesi e senza che ricorrano particolari esigenze di servizio».
Secondo Belcastro «è desumibile dalla vicenda l`inopportunità della scelta effettuata dal ministro degli Affari Interni, Angelino Alfano, che ricopre anche l`incarico politico di
segretario nazionale del Nuovo centrodestra, partito al quale ha aderito anche il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. Ed è bene sottolineare che nella martoriata storia della nostra Repubblica non vi è mai stata la combinazione di un ministro degli Interni, ruolo delicatissimo e di grande importanza, che svolga anche il ruolo di leader di un partito. Inoltre ai tempi dell`avvenuto scioglimento del Comune di Reggio Calabria l`attuale ministro Alfano, si produsse in delle roventi dichiarazioni contro il decreto di scioglimento, contro lo stesso prefetto, oggi trasferito, esprimendo piena solidarietà nei confronti degli amministratori allora coinvolti e difendendoli apertamente».
Per questi motivi Belcastro si rivolge al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al premier Enrico Letta per valutare «se sussistano le condizioni per richiedere le dimissioni di Angelino Alfano dal suo ruolo di ministro degli Interni. Dimissioni che ridarebbero alle istituzioni quella credibilità e quella certezza che il caso in questione non sia stato in alcun modo condizionato da motivi politici o addirittura di partito». (0030)
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