VIBO VALENTIA È stata una vera e propria odissea quella dell`imprenditore Giuseppe Maccarrone, parte civile al processo “Ragno”, che vede imputate otto persone della famiglia Soriano di Filandari, accusate a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, armi, danneggiamenti e minacce. Il testimone, ex titolare di un autosalone avviato fin dal 1980 a Filandari, ha confermato questa mattina in udienza i numerosi danneggiamenti subiti nell`arco di trent`anni. Attualmente non sta lavorando ma l`intenzione è quella di trasferirsi in Toscana con la famiglia per avviare una nuova attività commerciale. Danneggiamenti, per come ha riferito lo stesso Maccarone in aula, che sono iniziati fin dalle prime settimane dell`apertura con gli spari alle vetture.
L`episodio più grave, oggetto del processo, si è verificato nel dicembre 2010 con l`esplosione, durante la notte, di un ordigno contro l`autosalone andato quasi completamente distrutto. Il commerciante ha poi ricordato i due, avvenuti sempre nel 2010 a distanza di poco tempo, alla cappella funeraria di famiglia nel cimitero di Filandari. E ancora il lancio di una bottiglia molotov contro le automobili che sono state danneggiate.
L`imprenditore, nonostante la numerosa serie di attentati, ha riferito in aula di non conoscere l`identità degli autori degli attentati e di non aver mai ricevuto alcuna richiesta estorsiva. (0040)
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