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I due operai scomparsi in Libia sono stati rapiti

Scomparsi, irreperibili, rapiti. È scarna la sequenza delle notizie che da questa mattina racconta la sorte di due operai calabresi, Francesco Scalise e Luciano Gallo, usciti per andare andare a lavo…

Pubblicato il: 18/01/2014 – 18:59
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I due operai scomparsi in Libia sono stati rapiti

Scomparsi, irreperibili, rapiti. È scarna la sequenza delle notizie che da questa mattina racconta la sorte di due operai calabresi, Francesco Scalise e Luciano Gallo, usciti per andare andare a lavorare su una strada nella zona di Derna, Libia orientale, e mai rientrati. Uniche tracce, il furgone abbandonato e la testimonianza dell`autista all`agenzia Lana. Armati, a volto coperto, i sequestratori hanno fermato il veicolo degli italiani, li hanno fatti scendere e costretti a salire su un`auto, ha raccontato l`uomo. Poi più nulla. Non una rivendicazione, nessun altro dettaglio, neppure una comunicazione da parte della General World, l`impresa per la quale i due lavorano. Gli operai risultano «irreperibili», ha affermato la Farnesina, che «sta vagliando ogni ipotesi» e lavora con l`Unità di crisi e l`Ambasciata italiana. Il furgone di Scalise e Gallo è stato ritrovato da alcuni colleghi in una zona isolata nei pressi della località di Matuba, a 25 chilometri da Derna, ma dei rapitori nessuna traccia, nonostante i posti di blocco che le autorità locali hanno dislocato attorno alla cittadina. Ma il rapimento per chiedere un riscatto sembra l`ipotesi più probabile, nella Cirenaica in preda alle convulsioni degli scontri tra milizie armate, dove Tripoli non riesce a intervenire neppure sui terminal petroliferi che cercano di vendere il greggio in proprio. E dove nel 2013, secondo i dati di più di un analista, gli omicidi di matrice politica e criminale sono stati oltre 120, dei quali hanno fatto le spese anche gli stranieri. Come Ronnie Smith, l`insegnante americano che a Bengasi, all`inizio di dicembre, è stato freddato a colpi d`arma da fuoco mentre faceva jogging. Al caos endemico post Gheddafi non sfuggono neppure il resto del Paese e i dintorni della capitale. Oggi la “airport road”, la strada che da Tripoli porta all`aeroporto, è stata bloccata dagli scontri per l`intero pomeriggio. Il Congresso generale nazionale, la più alta autorità libica, ha decretato lo stato di emergenza e il premier Ali Zeidan ha annunciato il dispiegamento di truppe a Sebha, nel sud, dopo che un gruppo armato – sembra rimasto fedele al defunto Colonnello – ha preso il controllo di una base aerea. Nella stessa zona gli scontri tra i Tebu, di origine africana, e gli arabi della tribù Awlad Suleiman, hanno provocato decine di morti negli ultimi giorni. Continua, intanto, a causa del peggioramento delle condizioni di sicurezza, l`esodo del personale non essenziale e delle famiglie dei diplomatici dalle ambasciate di molti Paesi europei, inclusa l`Italia, oltre che di quella Usa. Via dalla Libia anche i parenti dei funzionari Onu e dei quadri di molte compagnie petrolifere. Roma, nonostante tutto, continua a scommettere sulla possibilità di ripristinare la sicurezza e da dieci giorni, nella caserma di Cassino, si stanno addestrando 340 militari libici che costituiranno la Compagnia di Fanteria dell`esercito di Tripoli. Gli uomini del gruppo armato che hanno rapito i due erano a volto coperto, secondo quanto riferisce la stessa agenzia, che cita l`autista dei due operai. L`autista ha raccontato che la vettura sulla quale sono stati fatti salire si è diretta verso Derna. Il sequestro,inoltre, non è stato rivendicato.

SCOPELLITI: «CONFIDIAMO NELLA DIPLOMAZIA» Il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti – informa una nota dell`ufficio stampa della giunta regionale – in contatto con le autorità italiane e con l`Unita di crisi della Farnesina, segue la vicenda dei due operai italiani scomparsi in Libia e originari di Pianopoli e Feroleto Antico. «La speranza – ha dichiarato Scopelliti – è di avere presto notizie positive per i nostri conterranei, ma soprattutto per le loro famiglie che vivono momenti d`ansia. Vista la delicatezza della situazione aspettiamo e confidiamo come sempre nelle grandi capacità della nostra diplomazia. Intanto la comunità calabrese tutta si stringe attorno alle famiglie, a cui manifestiamo la nostra vicinanza». (0030)

Eloisa Gallinaro
(Ansa)

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