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l’indagine
CERALACCA 2 | Condizionavano gli appalti pubblici In manette imprenditori e funzionari
REGGIO CALABRIA Sarebbe un vero e proprio “cartello criminale” che pilotava l’aggiudicazione e l’andamento degli appalti pubblici indetti dalla Provincia, dalla Stazione unica appaltante e dalla Sori…
Pubblicato il: 21/01/2014 – 7:36
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REGGIO CALABRIA Sarebbe un vero e proprio “cartello criminale” che pilotava l’aggiudicazione e l’andamento degli appalti pubblici indetti dalla Provincia, dalla Stazione unica appaltante e dalla Sorical, quello sgominato oggi dagli uomini del Comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria. Ai domiciliari sono finiti sedici fra imprenditori, funzionari e pubblici dipendenti, tutti accusati a vario titolo turbata libertà degli incanti, corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio. Si tratta di Francesco Bagalì, Luca Vescio, Massimo Siciliano, Isidoro Gagliardi, Luigi Cosentino, Marianna Montirosso, Maria Rosaria Barranca, Giuseppe Riccio, Giulio Ricciuto, Salvatore Pietro Teti, Michele Clericuzio Di Siena, Francesco Cianflone, Andrea Romano, N. P., Beniamino Murdaca e Francesco Mingodaro.
Le indagini, coordinate dal procuratore capo Federico Cafiero De Raho e dal sostituto Matteo Centini, hanno portato a rilevare l’esistenza di un’associazione criminale presente nella provincia di Reggio Calabria e operante in tutta la Calabria, in grado di condizionare sistematicamente l’andamento e l’aggiudicazione di numerosi appalti pubblici. Al centro dell’inchiesta c’è il sistema che avrebbero messo in piedi gli imprenditori Giuseppe e Carmelo Bagalà di Gioia Tauro – titolari della Ediltech srl e Isotech srl finiti al centro della prima tranche dell’inchiesta nel marzo 2012 – che avrebbe consentito loro di scegliere tanto le imprese “ammesse” alle gare, come il ribasso che queste dovevano formulare. Un sistema rodato e funzionante anche grazie a una lunga lista di dipendenti che sarebbe stata a libro paga dei due come Pietro Salvatore Teti, Michele De Siena, Giulio Ricciuto e Giuseppe Riccio finiti ai domiciliari su richiesta della Procura e per ordine del gip.
In queste ore perquisizioni sono in corso Calabria, Veneto, Marche e Toscana, mentre nell’ambito dell’operazione sono stati disposti anche un’interdizione dall’esercizio di attività d’impresa e il sequestro preventivo di 12 società e beni per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro. L’operazione, denominata “Ceralacca 2”, è la naturale prosecuzione dell’analoga indagine che circa un anno fa ha portato all’arresto di nove persone fra dipendenti pubblici e imprenditori nell`ambito di un`inchiesta che riguardava la Sorical. È a loro che i funzionari avrebbero consentito di accedere alla cassaforte dove erano conservate le offerte delle ditte che partecipavano alle gare di appalto, consentendo quindi di tarare la propria offerta in modo che risultasse la migliore. «Erano sempre gli stessi ad aggiudicarsi gli appalti banditi dalla Suap di Reggio Calabria – spiegavano all’epoca i militari della Finanza –. Questa circostanza ha richiamato l`attenzione degli inquirenti. Numerosi bandi, per centinaia di migliaia di euro, pubblicati a livello nazionale hanno visto, troppo frequentemente, sbaragliare ogni tentativo di concorrenza delle imprese dell`intera platea imprenditoriale italiana da parte di alcuni imprenditori reggini». (0030)
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