REGGIO CALABRIA Il caos rifiuti fa esplodere le tensioni del centrodestra. In consiglio regionale è bagarre, tutta interna alla maggioranza. Palazzo Campanella diventa così il teatro di contraddizioni quasi inedite, della diversa visione sulla gestione dell’emergenza, della lotta intestina tra Forza Italia e il Nuovo centrodestra del governatore Scopelliti. A dare fuoco alle polveri è Giuseppe Caputo. La seduta è appena iniziata quando presenta un ordine del giorno che riguarda il bando sullo smaltimento dei rifiuti via mare, destinazione Olanda. Il consigliere regionale di Fi chiede a gran voce la modifica delle disposizioni nella parte in cui è prevista la possibile utilizzazione dell`impianto Bucita di Rossano, città dello stesso Caputo. La risposta dell’assessore all’Ambiente Franco Pugliano non tarda ad arrivare e ha toni quasi apocalittici. Dopo aver invitato Caputo a «inquadrare la situazione più compiutamente», tratteggia un quadro a tinte fosche: «La Calabria potrà essere invasa dai rifiuti da qui a poco, l’unica soluzione percorribile è l’estero, se la si lascia realizzare». La regione sta resistendo all’emergenza solo grazie «a un’ordinanza di Scopelliti che evita a 1.500 tonnellate di rifiuti al giorno di restare per strada». Tutto il sistema sarebbe però sul punto di esplodere, a causa della mancata realizzazione dell’impianto di Bisignano e considerato che «a breve anche la discarica di Pianopoli sarà esaurita».
Pugliano, tetragono sulla necessità di mantenere invariato il bando, lancia il guanto di sfida all’“alleato” Caputo: «Rispetto ai bisogni di Rossano, quelli della Calabria sono preminenti». Ed è inevitabile riscontrare, dietro la querelle sulle modalità di gestione dell’emergenza rifiuti, le frizioni che albergano nel centrodestra calabrese. Tensione politica sottolineata anche da Carlo Guccione, che rimarca ironicamente l’alterco facendo notare che «l’opposizione siamo noi». Il commento del consigliere pd è caustico: «È evidente che le cose all’interno della maggioranza si sono modificate profondamente». Seguono altri interventi, più o meno concitati. Poi è il capogruppo di Forza Italia, Ennio Morrone, a chiedere una sospensione della seduta per decidere il da farsi. La giunta si stringe attorno al governatore Scopelliti. I berlusconiani abbandonano le loro postazioni e si rinchiudono negli uffici di Palazzo Campanella. Conciliaboli. Gli sherpa provano a ricucire. C’è fibrillazione, le crepe della maggioranza sembrano larghissime.
Si ritorna in aula dopo un’ora. Caputo è scuro in volto, sembra a un passo da un accesso d’ira. Infine riprende la parola e annuncia un parziale dietrofront: il nuovo ordine del giorno impegna il governatore a richiedere al direttore generale delle Politiche ambientali «l’insediamento di un tavolo tecnico volto a eliminare l’utilizzo dell’impianto di Bucita» dal bando. Ma Caputo non si limita a leggere il documento. Lancia invece un avvertimento che sa di ultimatum. Il Tavolo «deve insediarsi già da lunedì e deve essere tutto valutato prima della scadenza del bando». Se così non sarà, «il sindaco di Rossano (Giuseppe Antoniotti, ndr) non impiegherà molto tempo a bloccare tutto». L’esponente di Forza Italia sembra un fiume in piena: attraverso l’ordinanza della Regione «ci si è dimenticati di fare una conferenza dei servizi. Ma che modo è di operare, senza nemmeno coinvolgere i sindaci? Come faranno quelle centinaia di camion ad attraversare la statale 106, in una zona che è agricola e turistica?». Adesso Caputo punta il dito verso i banchi della giunta: «Vi avverto, non vi fermate. Se il sindaco deciderà di emettere quell’ordinanza allora sì che i rifiuti resteranno per strada. Nessuno può fare orecchie da mercante. Il dovere di un presidente della giunta e di un assessore è quello di ascoltare i territori. Non si può dire a un sindaco di “essere serio”. A Rossano è stato costruito un modello. Quel territorio, caro Scopelliti, non può essere ulteriormente mortificato. Sono stanco di essere imputato per responsabilità che non sono mie. Se fossi stato ascoltato un po’ di più in questi anni il corso delle cose sarebbe stato molto diverso. Sono un consigliere di maggioranza ma non ho abdicato a quel po’ di intelligenza che ancora mi è rimasta». Scopelliti ascolta, impassibile. (0090)
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