CATANZAROPOLI | Guerra fredda nel centrodestra
Si sgretola l’asse di ferro Tallini-Abramo-Aiello che fin qui ha governato la città di Catanzaro. Cade sotto i colpi delle lottizzazioni mancate e di quelle compiute e cade sotto l’incalzare di un`in…

Si sgretola l’asse di ferro Tallini-Abramo-Aiello che fin qui ha governato la città di Catanzaro. Cade sotto i colpi delle lottizzazioni mancate e di quelle compiute e cade sotto l’incalzare di un`indagine giudiziaria con la quale, al di là delle minimizzazioni di facciata, Sergio Abramo ha capito perfettamente che dovrà fare i conti.
E se Tallini e Aiello spingevano, supportati da una maldestra comunicazione, in direzione di un rammendo che lasciasse al loro posto i principali protagonisti della scena amministrativa non direttamente colpiti dall’inchiesta del pm Gerardo Dominijanni, Abramo ha colto, invece, l’occasione per un azzeramento totale degli assetti di potere concordati all’indomani delle ultime elezioni amministrative.
Del resto non erano stati proprio Tallini e Aiello a rilasciare interviste a destra e a manca per prendere le distanze dalla giunta e dire che le responsabilità delle scelte erano e dovevano restare interamente ascritte al sindaco Abramo?
Sta di fatto che a quelle esternazioni non sono seguiti fatti coerenti. Il “fuori tutti” decretato da Abramo non è piaciuto affatto al senatore Aiello e all’assessore regionale Tallini, ma mentre il primo continua a evitare di prendere posizioni pubbliche, il secondo lo dice chiaro e forte: «Quello di Abramo è un colpo di Stato, approfitta dell’inchiesta per mettere alla porta persone che hanno amministrato bene e sostituirle con altre di sua fiducia». Finché è stato possibile queste cose Tallini a Sergio Abramo le ha sussurrate a quattr’occhi ma la reazione del sindaco è stata di opposto tenore. Non fa mistero, Sergio Abramo, del fatto che il messaggio inviato in conferenza stampa era diretto soprattutto a Mimmo Tallini: «Se la mia proposta non passa e la nuova giunta non avrà il consenso del consiglio comunale – ribadisce Abramo a chi gli chiede di essere esplicito – mando tutti a casa».
C’è quanto basta per considerare totalmente destabilizzato il quadro del centrodestra catanzarese, anche se i “pompieri” sono in azione per tentare di rabbonire gli animi, cercando nuovi posti e nuovi incarichi, magari nel sottobosco regionale, per i due grandi esclusi che poi rispondono ai nomi di Baldo Esposito e Filippo Mancuso che, come il Corriere della Calabria aveva ricordato, si ritrovano adesso fuori dalla giunta e anche fuori dal consiglio, avendo lasciato il ruolo di consiglieri comunali proprio per diventare assessori.
C’è dell’altro: ad inquietare Tallini e Aiello, non bastasse il «colpo di Stato» in giunta, c’è anche un passaggio di Sergio Abramo in conferenza stampa, laddove annuncia che non si fermerà all’esecutivo ma intende azzerare anche i vertici delle partecipate comunali. E lancia un sottile richiamo alle opposizioni perché valutino bene se non sia il caso di pensare agli interessi generali della città e mettere da parte gli interessi di bottega.
Difficile capire come andrà a concludersi lo scontro ma lo spettro di un altro possibile abbandono anticipato oggi è assai meno remoto di quanto si possa credere. (0080)