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Il monito dei vescovi: «Fuggiamo dall`omertà»

CATANZARO «Con l`eco nel cuore del recente appello di Papa Francesco ricordiamo a tutti i calabresi un duplice ineludibile dovere: quello del “coraggio della denuncia” e quello della “fuga da ogni om…

Pubblicato il: 09/04/2014 – 14:50
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Il monito dei vescovi: «Fuggiamo dall`omertà»

CATANZARO «Con l`eco nel cuore del recente appello di Papa Francesco ricordiamo a tutti i calabresi un duplice ineludibile dovere: quello del “coraggio della denuncia” e quello della “fuga da ogni omertà”». È quanto si afferma, in materia di contrasto alla `ndrangheta, in un documento della Conferenza episcopale calabra. «I vescovi calabresi – prosegue il documento – ribadiscono, anzitutto, l`inderogabile importanza di un “cammino educativo” che coinvolga i ragazzi fin dai primi anni della loro vita, incentrato sulla frontiera della legalità, indispensabile per una crescita autenticamente umana, oltre che civile e sociale della nostra terra e della vera libertà. In tale contesto, i vescovi richiamano l`impegno, ormai quarantennale, delle Chiese di Calabria su questo tema decisivo e scottante. Risale infatti al lontano 1975 il “punto di svolta” delle Chiese di Calabria nella condanna al crimine organizzato. Dopo di allora e fino ad oggi sempre i vescovi calabresi, sia singolarmente, sia collegialmente, hanno, da una parte, rinnovato la condanna più dura, non solo contro i delitti e gli attentati, ma anche contro lo stile delle organizzazioni malavitose nel rapportarsi con le istituzioni e la gente comune; e, dall`altra, hanno lanciato, con ancora più forza, l`invito straziante e paterno alla conversione dei cuori. Avvertiamo il bisogno, in questa stagione delicata della vita politico sociale dell`Italia intera e della nostra Calabria in particolare, di richiamare il valore di una “politica” che prenda davvero a cuore, ed esclusivamente, la lotta per il “bene comune”»
«Chi – prosegue il documento – entra in politica, o “scende, come suol dirsi, nell`agone politico” – e i vescovi pensano che i laici cristiani debbano prendere in seria ed urgente considerazione il diritto dovere di farlo – deve avere la consapevolezza che si pone sulla frontiera dell`atto di carità più grande. E che lì dove il politico cristiano opera, rende presente, in qualche modo, con il suo impegno, la Chiesa stessa. Per questo i vescovi calabresi pensano che, quella politica, sia in qualche modo, una scelta di “distacco”. Distacco, del politico cristiano, da ogni interesse personale, o dei propri amici, o dei contesti esclusivi delle proprie conoscenze: nella ricerca, sempre e incondizionatamente, del bene comune di tutti. Solo uno stile nuovo, così impostato, che aiuti la politica a prendere decisioni che tocchino in concreto la vita della gente, ne aiutino lo sviluppo, ne tutelino i diritti, ne facilitino la crescita, attraverso l`impegno e la competenza di laici cristiani, in coerente e feconda collaborazione con gli altri, aprirà una stagione nuova nella storia della Calabria. Quella stagione, appunto, che i vescovi calabresi stanno descrivendo e auspicano; e che condurrà i cittadini ad avere finalmente fiducia nella politica; a non avvertire la presenza dello Stato come un “peso” intollerabile; e ad esercitare, da qui in avanti, la responsabilità del proprio voto in una maniera finalmente libera e verace”.
I vescovi della Calabria dichiarano, infine, di essere convinti che una politica, così immaginata e realizzata, sarà l`arma più efficace nella distruzione, sia della “mentalità” mafiosa, sia del concreto, intollerabile, quotidiano “predominio” della malavita organizzata». Nei seminari teologici della Calabria, comunque, si studierà la `ndrangheta. I vescovi, è scritto nel documento finale, «hanno approvato una dichiarazione su alcuni temi che riguardano la vita della Chiesa in Calabria: legalità, pedofilia, impegno politico dei cattolici, riservandosi di approfondire prossimamente in una sessione straordinaria il tema dell`azione pastorale della Chiesa contro la `ndrangheta in vista di un impegno piu` specifico». «È stato approvato, inoltre – è scritto nel documento – che nei nostri Istituti teologici venga introdotto un corso sul tema “Chiesa-`ndrangheta”». (0030)

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